Kymriah, approvato l’anno scorso per curare pazienti giovani affetti da leucemia, ora ha avuto luce verde dalla FDA anche per curare gli adulti con linfoma a grandi cellule B. L’ok dei regolatori statunitensi mette Kymriah in diretta competizione con Yescarta di Gilead. La gara si giocherà sul terreno dei prezzi: Yescarta ha un prezzo di listino di 373.000 dollari e Novartis, dopo il sì della FDA, ha deciso di fissare lo stesso prezzo per Kymriah. L’azienda svizzera sta lavorando con i Centers for Medicare and Medicaid Services (CMS) per un criterio del prezzo basato sul valore di Kymriah, che nell’indicazione per il linfoma ha un prezzo monstre di 475.000 dollari. Quando il farmaco è stato approvato, la scorsa estate, Novartis ha siglato un accordo che obbliga CMS a effettuare il pagamento completo per i pazienti che rispondono positivamente alla terapia entro il primo mese dalla somministrazione. Durante la comunicazione degli utili del primo trimestre, Liz Barrett, CEO di Novartis Oncology, ha dichiarato che le vendite sono in linea con le aspettative e che il rimborso assicurativo sta “procedendo molto bene”. Secondo Barrett, la partenza lenta delle vendite di Kymriah – che ha destato un po’ di preoccupazione a Wall Street – è da attribuire alle sfide logistiche per trovare ospedali disposti a somministrare la terapia CAR-T. “Questi centri hanno bisogno di tempo per abituarsi a questa nuova terapia”, commenta il manager. Per quanto riguarda Gilead, i suoi dirigenti non sembrano preoccupati per la nuova minaccia del competitor. “Penso che il vantaggio di essere arrivati primi sia importante”, ha detto recentemente John McHutchison, Chief Medical Officier di Gilead, in occasione della comunicazione dei dati del Q1. “L”esperienza degli Stati Uniti ci servirà anche altrove”. Nel frattempo continua il dibattito sulla questione se la terapia CAR-T valga il prezzo richiesto. L’analisi più recente, pubblicata da Health Affairs, suggerisc che Novartis potrebbe far pagare Kymriah 160.000 dollari, ottenendo comunque un margine di profitto decente. L’ICER, l’istituto che controlla i prezzi negli USA, ritiene tuttavia congrua la cifra fissata da Novartis e Gilead, che ha un senso alla luce dei “benefici clinici ottenuti nell’arco di una vita”. La partita è cominciata.
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