(Reuters Health) – Un programma pilota che mostri il significato di un nuovo modello che valuta i rimborsi dei farmaci sulla base della reale efficacia delle terapie a lungo termine. È quello che hanno messo a punto i principali stakeholders in ambito sanitario, guidati dal World Economic Forum. Il primo programma, in particolare, avviato ad Atlanta, in Georgia (USA), si concentrerà sul trattamento dell’insufficienza cardiaca. Tra i firmatari del progetto ci sono Novartis, Takeda, Medtronic, Kaiser Permanente, una società americana di assicurazioni sanitarie e fornitrice di servizi, Qualcomm Inc, che si occupa di dati sanitari, e funzionari sanitari olandesi e inglesi. Novartis, per esempio, è in prima linea dal momento che le vendite del suo nuovo farmaco, Entresto (valsartan/sacubitril), sono state deludenti, anche perché i medici non sono convinti di abbandonare le vecchie terapie e gli assicuratori si vedono arrivare rimborsi da 4.500 dollari a terapia. Così, l’azienda svizzera ha condotto studi che mostrano l’impatto del farmaco sul numero di ricoveri e sulla qualità della vita, facendo offerte per avere i rimborsi sulla base dei risultati sui pazienti. L’idea di dare la rimborsabilità sulla base dei risultati, in realtà, va avanti da un po’, ma sarebbe difficile da implementare, dal momento che, come sottolineato anche da Michael Porter, della Harvard Business School, “deve essere trasformato tutto, dagli ospedali, alle pratiche di assistenza primaria, alla modalità con cui le persone vengono pagate”. Ma la spinta, ha sottolineato l’esperto, “è in attuazione”.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)