(Reuters) – Secondo i dati provvisori di due piccoli studi di fase iniziale, una dose di richiamo del vaccino anti COVID-19 di Johnson & Johnson aumenta notevolmente i livelli di anticorpi contro il coronavirus. J&J presenterà questi dati alle autorità regolatorie statunitensi. Il governo degli Stati Uniti si prepara infatti a lanciare una campagna di vaccinazione supplementare il mese prossimo.
Il gruppo del New Jersey ha comunicato che i dati preliminari hanno coinvolto un totale di 17 persone. I risultati mostrano che una seconda dose del vaccino, somministrata sei mesi dopo la prima, ha comportato un aumento dei livelli di anticorpi leganti nove volte superiore rispetto ai titoli anticorpali osservati 28 giorni dopo la prima dose.
Questi dati sono ancora in fase di analisi, spiega Dan Barouch, esperto di vaccini di Harvard che ha contribuito a progettare il vaccino anti COVID-19 di J&J, ma non è stato coinvolto nello studio sulla dose di richiamo. A differenza degli anticorpi neutralizzanti, gli anticorpi leganti segnalano il virus ad altri elementi del sistema immunitario che poi provvedono a distruggerlo. Barouch ha sottolineato che gli aumenti degli anticorpi leganti sono correlati tipicamente a un incremento anche degli anticorpi neutralizzanti.
I dati pubblicati mercoledì 25 agosto, inoltre, hanno mostrato aumenti significativi nelle risposte anticorpali leganti nei partecipanti di età compresa tra 18 e 55 anni e anche in quelli di età pari o superiore a 65 anni che hanno ricevuto una dose di richiamo più bassa rispetto agli altri partecipanti allo studio. Le sintesi degli studi sono stati inviati a MedRxiv prima della peer review e della pubblicazione su una rivista scientifica.
A luglio J&J ha pubblicato sul New England Journal of Medicine i dati provvisori di studi di fase 1/2a i quali hanno mostrato che gli anticorpi neutralizzanti generati dal suo vaccino sono rimasti stabili otto mesi dopo la somministrazione del preparato anti COVID-19.
“I nuovi dati mostrano che una dose di richiamo del vaccino anti COVID-19 di Johnson & Johnson aumenta ulteriormente le risposte anticorpali nei partecipanti allo studio che avevano precedentemente ricevuto la singola dose del nostro preparato”, ha detto in una nota Mathai Mammen, capo della ricerca e sviluppo presso la divisione farmaceutica Janssen di J&J. “Non vediamo l’ora di discutere con i funzionari della sanità pubblica una potenziale strategia per il nostro vaccino in modo da somministrare una dose di richiamo otto mesi dopo la prima o anche più tardi”.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)