Per facilitare l’accesso ai vaccini contro il COVID-19 in tutto il mondo, le aziende farmaceutiche stanno cercando di offrire i loro prodotto a livello gratuito o a basso costo, ma gli sforzi per promuovere l’equità dei vaccini e la condivisione delle dosi avrebbe anche un altro obiettivo, quello di scongiurare la possibilità che si vada effettivamente incontro alla rinuncia della protezione brevettuale. Una ipotesi che secondo le aziende potrebbe ostacolare l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti contro le varianti di COVID-19 o future eventuali epidemie.
La questione è stata sollevata dall’amministrazione Biden, che ha annunciato di voler supportare la rinuncia alla protezione brevettuale per il vaccini per il COVID-19, in una mossa che ha sorpreso sia le aziende che altri paesi industrializzati. I leader europei, in un recente incontro, hanno discusso più che altro, invece, su accordi di licenza e trasferimenti di tecnologie, per aiutare i paesi a basso e medio reddito ad accedere ai vaccini. Con lo stesso obiettivo, la Commissione Europea ha anche spiegato che cercherà di aprire catene di approvvigionamento globali, espandere la capacità di produzione dei vaccini e porre fine ai divieti di esportazione.
Le stesse aziende Pfizer/BioNTech, J&J e Moderna si sono impegnate a fornire più di un miliardo di dosi di vaccini con margini di profitto bassi o nulli per i paesi a basso reddito, mentre la International Federation of Pharmaceutical Manufacturers & Associations (IFPMA) ha annunciato programmi per sostenere l’equità a livello mondiale dei vaccini, con maggiore condivisione delle dosi, maggiore collaborazione per aumentare la produzione dei vaccini, eliminazione di barriere commerciali che bloccano l’accesso alle materie prime e collaborazione tra i governi per aiutare i paesi a basso reddito a distribuire le dosi di vaccino disponibili.
Anche COVAX è impegnata in questo senso e ha istituito un gruppo di esperti, la COVAX Supply Chain and Manufacturing Task Force, che tra i principali obiettivi ha proprio il coordinamento delle catene di approvvigionamento per identificare subito eventuali carenze di materie prime necessarie per la produzione di vaccini e facilitare i trasferimenti tecnologici tra i partner di produzione. La task force, poi, lavorerà per espandere la capacità di produzione di vaccini ammodernando le strutture esistenti, stimolando gli investimenti pubblico-privato nell’innovazione e sviluppando catene di approvvigionamento regionali sostenibili.