Vicinissimo al traguardo dell’approvazione europea, attesa per l’11 marzo, Johnson & Johnson gela a sorpresa gli Stati Ue: c’è il rischio che le dosi di vaccino anti-Covid pattuite possano essere tagliate. J&J ha comunicato all’Unione Europea di avere problemi di approvvigionamento che potrebbero complicare i piani per fornire 55 milioni di dosi del suo vaccino nel secondo trimestre dell’anno.
Nella serata di martedì 9 marzo, la stessa multinazionale, pur non facendo riferimento alle dosi previste in particolare per il secondo trimestre, ha però confermato l’impegno a fornire “200 mln di dosi del candidato vaccino Janssen COVID-19 entro il 2021, a partire dal secondo trimestre, in linea con gli accordi stabiliti con la Commissione europea”. J&J ha anche affermato di essere al lavoro “per accelerare tutte le fasi del processo di produzione dei vaccini e per attivare i nostri siti di produzione non appena lo consentano le approvazioni delle autorita’ sanitarie”.
Gli attuali piani di produzione, fa sapere la pharma statunitense, “ci consentono di raggiungere un tasso di un miliardo di dosi all’anno entro la fine del 2021”. Una parziale rassicurazione, commentando il possibile ritardo di J&J, è arrivata anche dal commissario Ue per il Mercato interno Thierry Breton: “Se un’azienda ha un problema di produzione non significa che l’intero programma vaccinale è in pericolo”.
Lo stesso Breton ha anche avuto un colloquio telefonico con il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti sulla strategia Ue sulla produzione dei vaccini. Breton ha confermato gli impegni sui livelli di produzione europea e sulle aspettative di forte crescita nei prossimi mesi che consentirà di vaccinare la gran parte della popolazione europea.
Giorgetti ha confermato da parte sua la disponibilità delle aziende italiane a essere attivamente inserite nel ciclo di produzione dei vaccini già approvati da Ema e Aifa. Ferma anche la posizione del ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini: “Il presidente Draghi ha assunto una posizione molto forte. Credo che anche in questo caso l’Ue pretenderà non solo il rispetto dei contratti ma un impegno straordinario per accelerare al massimo la campagna di vaccinazione”.
Nuove raccomandazioni per le vaccinazioni
A fronte delle maggiori consegne di dosi previste comunque a breve sono anche in arrivo, ha annunciato il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza in audizione al Senato, nuove raccomandazioni sui gruppi da vaccinare. C’è stata la “prima riunione con la Commissione salute delle Regioni e spero, entro dopodomani, di portare alla Conferenza Stato Regioni nuove raccomandazioni ad interim sui gruppi target a cui offrire con priorità la vaccinazione anti-Covid, che potrebbero includere – ha detto – anche caregiver, genitori di bambini immunodepressi e ospiti di comunità come quelle per i malati di mente e dei portatori di handicap”.
Il nuovo piano vaccinale
Il nuovo piano nazionale di vaccinazione anti Covid, conferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, “sarà presentato giovedì alla Conferenza delle Regioni e la principale novità dovrebbe anche essere il via libera alla somministrazione del vaccino AstraZeneca alla fascia 70-79 anni, che in questo modo non dovrà più attendere l’arrivo delle dosi Pfizer e Moderna”.
Considerando una stima riferita dallo stesso Rezza, un ritorno alla normalità in Italia sarebbe possibile fra 7-13 mesi solo riuscendo a vaccinare 240mila persone al giorno.
L’attesa è però ora focalizzata sul via libera dell’Ema al vaccino J&J, soprattutto per i vantaggi che offre. E’ infatti efficace con una dose unica e non necessita di grosse catene del freddo.