Ogni giorno fino a 3 milioni di persone entrano in farmacia e ottocentomila escono non con un farmaco ma con un consiglio. E’ uno dei dati contenuti nel Bilancio Sociale delle farmacie italiane presentato dall’Unione Tecnica Italiana Farmacisti (Utifar) ieri a Roma. “Il farmacista non ha un ruolo commerciale ma sanitario – ha sottolineato Eugenio Leopardi, presidente Utifar – il farmacista che ha sempre dato il suo contributo alla società secondo me va integrato in questo Ssn. Non esiste struttura capillare come quella delle farmacie, sarebbe miope non sfruttarla, ad esempio per i farmaci che vengono dispensati soltanto dagli ospedali”.
Due ore di lavoro “spese” in consigli
Secondo il rapporto la consulenza gratuita costa due ore di lavoro al giorno per ogni farmacista. Oltre sette attività su dieci hanno dedicato giornate alla prevenzione, che hanno raggiunto 4 milioni di cittadini. La crisi, ha ‘morso’ anche le farmacie, con il reddito d’impresa sceso del 15% in sei anni, dal 2008 al 2014, ma l’occupazione non e’ calata. “La farmacia è un presidio sanitario – ha sottolineato Annarosa Racca, presidente di Federfarma – lo è nelle grandi città ma ancora di più nei piccoli centri”.
Il valore sociale delle farmacie, riporta il documento, si vede anche nelle attività benefiche, con 12 milioni di euro donati, a cui si aggiungono due milioni di euro di farmaci, e la sponsorizzazione di eventi per 6 milioni di euro. “Nell’immaginario siamo rimasti a farmacie di 50 anni fa, mentre oggi sono non solo gli occhi ma anche la voce del Ssn – ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – oggi sono uno straordinario meccanismo di controllo della spesa farmaceutica, ma anche un ottimo modo per raccogliere e gestire dati, ad esempio con la ricetta elettronica. Dobbiamo potenziare la farmacia dei servizi”.