Stop alle continue carenze di farmaci o all’aumento dei loro prezzi, anche per medicinali essenziali come quelli per il cuore. Per aggredire il problema, alcuni dei più grandi sistemi ospedalieri degli Stati Uniti stanno progettando di entrare direttamente loro stessi nel mercato farmaceutico. Al momento, i dirigenti dell’Intermountain Healthcare, il gruppo ospedaliero non profit di Salt Lake City, non nominano i farmaci che intendono produrre. In questi anni gli ospedali hanno sperimentato per lunghi periodi la mancanza di farmaci come la morfina o hanno riscontrato improvvisi aumenti di prezzo per medicinali per il cuore come il Nitropress. Da qui la decisione da parte di diversi importanti sistemi ospedalieri, tra cui Ascension, il più grande gruppo ospedaliero senza scopo di lucro della nazione, di istituire una nuova società non profit, avente lo scopo di fornire farmaci generici agli ospedali. Anche il Department of Veterans Affairs ha espresso il suo interesse a partecipare al progetto. Al momento, sono circa 300 gli ospedali che hanno aderito. Numero che sembra in costante crescita. L’idea è quindi quella di sfidare direttamente la schiera di attori del settore che hanno capitalizzato su certi mercati, acquistando monopoli di vecchi farmaci non brevettati e aumentando drasticamente i prezzi, alimentando così l’indignazione pubblica e scatenando una serie di audizioni del Congresso e indagini federali.
Contrastare la carenza dei farmaci
Gli ospedali vogliono così anche contrastare la carenza di centinaia di farmaci, anche vitali, registrata negli ultimi dieci anni. Carenze ancor più acuite quando solo uno o due aziende producono il un determinato farmaco. “Stiamo assistendo ad un’accelerazione sia delle carenze sia dell’escalation dei prezzi di molti farmaci”, ha affermato Richard Gilfillan, amministratore delegato di Trinity Health, un grande gruppo cattolico che opera in quasi due dozzine di Stati. Non a caso la produzione di farmaci generici da parte degli ospedali si concentrerà proprio su quei medicinali i cui prezzi sono aumentati bruscamente o che tutt’ora sono di difficile reperibilità. Ancora non è stato però deciso se la nuova società non profit si affiderà a produttori terzi o deciderà di produrre autonomamente i medicinali.
Priorità: vendere agli ospedali
La nuova società inizialmente si concentrerà sulla vendita agli ospedali, ma i funzionari hanno dichiarato che potrebbero eventualmente espandersi per offrire i loro prodotti in modo più ampio. Carolyn Clancy, dirigente responsabile della Veterans Health Administration, ha chiarito come al momento stiano elaborando i dettagli di un loro possibile coinvolgimento in questo progetto. “Se da una parte la nostra agenzia è in grado di negoziare buoni prezzi per i veterani, dall’altra non controlliamo l’offerta ed abbiamo sperimentato anche noi molte carenze di farmaci”. Il progetto vanta una lista di consiglieri di alto profilo, che vanno da Bob Kerrey, l’ex senatore democratico del Nebraska, a Donald Berwick, ex amministratore dei centri di Medicare e Medicaid Services, nonché due ex dirigenti di Amgen. Erin Fox, un esperto di carenza di farmaci dell’Università dello Utah, ha dichiarato che l’idea di realizzare una società farmaceutica senza fini di lucro è promettente: “Penso che tutto ciò che aumenta il numero di fornitori aiuterà”.