Come ogni anno, il 2018 segnerà la scadenza di diversi brevetti negli USA. E anche se il prezzo da pagare per quel che riguarda le perdite in vendite sarà alto, a fare la differenza rispetto a qualche anno fa c’è il fatto che entrano nel girone dei “non più protetti” dall’esclusività anche i biologici. E il passaggio biologico-biosimilare non è così matematico come quello farmaco-generico.
Al primo posto in classifica tra i 15 principali farmaci che perderanno i diritti nel 2018 c’è Rituxan, di Roche, approvato per la prima volta negli USA nel 1997 per il trattamento di alcune forme di linfoma e per l’artrite reumatoide. E anche al secondo posto c’è un farmaco biologico, Neulasta di Amgen, usato per rafforzare i globuli bianchi a seguito della chemioterapia. Il medicinale ha perso in realtà il brevetto nel 2015, ma solo quest’anno la FDA ha approvato un biosimilare, prodotto da Mylan, che potrebbe portare a un calo delle vendite.
Tra i medicinali tradizionali che perderanno i diritti entro fine anno, invece, troviamo Lyrica, di Pfizer, il cui brevetto scadrà a fine dicembre, a meno che l’azienda americana non riesca a portare a casa l’ok per estendere l’esclusiva per l’uso del medicinale a livello pediatrico, il che consentirebbe a Pfizer di estendere per sei mesi la copertura e poter rimandare la concorrenza al prossimo anno. E in classifica c’è di nuovo il Cialis, il medicinale contro la disfunzione erettile di Eli Lilly, che ha perso in realtà il brevetto lo scorso anno, prima che l’azienda firmasse poi accordi per tenere l’esclusiva per qualche altro mese.
Complessivamente, comunque, i 15 farmaci che perderanno o che hanno già perso il brevetto e si troveranno probabilmente quest’anno a dover competere con generici e/o biosimilari, hanno venduto quasi 26 miliardi di dollari negli USA, lo scorso anno.