Watchdog inglesi e industria farmaceutica non sempre si vedono di buon occhio. Ma oggi possono festeggiare insieme un nuovo accordo che permetterà ai pazienti affetti da sclerosi multipla e da tumori di avere accesso rispettivamente ai farmaci Mavenclad di Merck KGaA e Perjeta di Roche. Simon Steven, direttore del NHS britannico, ha dato notizi dell’accordo, definendolo un “esempio concreto” degli sforzi dell’agenzia per lavorare “con l’industria della scienza della vita in modo da rendere disponibili i trattamenti per i pazienti garantendo al contempo il fair value per i contribuenti”. L’accordo su Mavenclad è un’operazione basata sui risultati ottenuti sui pazienti affetti da sclerosi multipla. Il farmaco di Merck KGaA ha ottenuto l’approvazione europea ad agosto, sei anni dopo che gli enti regolatori in Europa e negli Stati Uniti l’avevano negata. Nel 2011 infatti, uno studio in fase avanzata aveva paventato un possibile ruolo oncogeno del farmaco e le autorità di regolamentazione avevano dichiarato che i rischi connessi con il medicinale non bilanciavano i benefici. La società aveva risposto chiudendo la sua sede svizzera e licenziando migliaia di dipendenti. Ma quattro anni dopo Merck KGaA annunciava che avrebbe richiesto nuovamente l’approvazione basandosi su nuovi dati e analisi. Merck KGaA sta cercando di incassare dalle vendite del farmaco 700 milioni di euro (816 milioni di dollari) e deciderà quest’anno se chiedere l’approvazione negli Stati Uniti. Su Perjeta, NHS England e Roche hanno stipulato una “disposizione riservata” per garantire l’accesso di routine al farmaco. In precedenza, Perjeta era disponibile attraverso il Cancer Drugs Fund. Il NICE ha raccomandato il farmaco all’inizio di quest’anno per l’uso precoce contro il cancro al seno HER2-positivo. Ora i sistema sanitario britannico ha accettato di farsi carico dei costi di Perjeta anche nei casi in cui il cancro abbia metastatizzato, non possa essere rimosso chirurgicamente e non risponda ad altri trattamenti. L’accordo giunge dopo un passato controverso tra le parti e il precedente rifiuto del farmaco risalente al 2013.