(Reuters Healt) – Reagisce bene il settore del farmaceutico e delle biotecnologie alla vittoria di Trump alle presidenziali USA. Il timore di un controllo sul prezzo dei farmaci, come aveva annunciato in campagna elettorale l’avversaria Hillary Clinton, è stato scongiurato e le aziende sono in ripresa dopo un anno difficile, passato a temere l’avanzata democratica. Ad aiutare la ripresa c’è stato poi il respingimento, in California, di una proposta di legge che voleva tenere sotto controllo l’aumento del prezzo dei farmaci da prescrizione.
Così, le azioni di Pfizer sono salite dell’8,5% e quelle dell’azienda biotech Celgene del 10,4%, mentre Mallinckrodt ha visto le sue aumentare del 10%. Bene anche le aziende europee, con le azioni della svizzera Roche e della francese Sanofi aumentate di oltre il 5%. Inoltre, l’indice Nasdaq per le biotecnologie è aumentato di nove punti percentuali ed era sulla buona strada nel mettere il record di guadagno in un solo giorno da otto anni.
Secondo gli analisti, inoltre, la notizia di un Congresso e un Presidente repubblicano fa anche ben sperare per future acquisizioni, vista la prospettiva di liberare liquidità attualmente detenuta all’estero per motivi fiscali.
Trump, rispetto alla Clinton, ha fatto meno dichiarazioni sull’argomento ‘truffa dei prezzi dei farmaci’. Si è limitato a suggerire la possibilità di aprire alle importazioni di farmaci meno costosi, di attuare un maggiore controllo sull’aumento del prezzo dei medicinali e di assumere un ruolo maggiore nel negoziare il costo delle specialità farmaceutiche. Tanto che l’analista di Jefferies, Brian Abrahams, ha dichiarato che anche con l’amministrazione Trump “ci sarà uno spostamento verso un maggiore controllo dei prezzi, che continuerà a ridurre il potenziale di crescita dei ricavi solo dall’aumento dei costi dei medicinali”.
Ma non tutto, nel settore sanitario, va bene. Le azioni delle catene ospedaliere Tenet Healthcare e HCA Holdings sono scese rispettivamente del 25% e del 12%, mentre quelle di Centene, l’assicurazione sanitaria specializzata nel programma di salute del Governo americano Medicaid, sono scese del 17,3%. “Vediamo un serio rischio di abrogazione o modifica dell’Affordable Care Act, con perdita di espansione di Medicaid, una realtà chiave per i risultati di ospedali e piani sanitari”, ha sottolineato Sheryl Skolnick, analista di Mizuho Securities. Con l’abrogazione dell’atto voluto da Obama, il pericolo è infatti la riduzione del numero dei pazienti che rientrano nei piani di salute governativi che si rivolgono agli ospedali.
Lewis Krauskopf e Ben Hirschler