(Reuters Health) – Il Forum economico mondiale di Davos si è svolto nei giorni in cui si è insediata alla Casa Bianca l’amministrazione Trump. I CEO di alcune big pharma hanno colto l’occasione per commentare ed esprimere opinioni – in particolare sulla questione dei prezzi dei farmaci in USA – anche alla luce delle accuse che il nuovo presidente americano aveva rivolto al settore farmaceutico una settimana prima del suo giuramento. Ecco alcune dichiarazioni.
Joe Jimenez, Novartis
“La nuova amministrazione si è espressa molto chiaramente nel sostenere l’innovazione. Quando si spendono soldi per la ricerca e si sviluppa una proprietà intellettuale ci deve essere un certo livello di rendimento di tale investimento. Credo che questa amministrazione lavorerà in tal senso”.
Ken Frazioer, Merck & Co
“Il pricing rimarrà un problema di difficile soluzione per le aziende che lavorano molto sulla ricerca, oltre che una sfida per il sistema sanitario in termini di sostenibilità”.
Andrew Witty, GlaxoSmithKilne
“L’industria ha l’obbligo di fornire innovazione in grado di creare valore e per raggiungere questo obiettivo ha bisogno di contare su prezzi accettabili”.
Severin Schwan, Roche
“Credo che gli USA continueranno a riconoscere valore ai servizi innovativi. Nel caso in cui non si verificasse questo scenario, è giusto che i prezzi scendano”.
Olivier Brandicourt, Sanofi
“E’ molto difficile capire come tutti i concetti espressi nei tweet si tradurranno in decisioni programmatiche. Sicuramente è molto complesso legiferare in materia di prezzi di farmaci”.
Flemming Ørnskov, Shire
“Penso che siamo in una buona posizione per dimostrare il valore dei nostri prodotti, ma, naturalmente, le sfide non mancheranno”.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)