(Reuters) – Profitti del terzo trimestre sotto le stime per l’israeliana Teva Pharmaceutical che, nonostante il calo delle vendite in Nordamerica, è comunque fiduciosa di poter raggiungere gli obiettivi del 2021, con una ripresa post COVID-19.
A luglio la società aveva ridotto le prospettive di fatturato a causa della pandemia, ma ora vede le sue attività ritornare quasi a livello pre pandemia. L’utile rettificato è stato confermato a 2,50-2,70 dollari e il fatturato a 16-16,4 miliardi di dollari, rispetto ai 2,57 dollari per azione nel 2020, con un fatturato di 16,7 miliardi di dollari.
Nel Q3 Teva ha guadagnato 59 centesimi per azione, rispetto a 58 centesimi dello stesso periodo del 2020, mentre i ricavi sono scesi del 2% a 3,89 miliardi di dollari. Gli analisti avevano previsto un guadagno di 60 centesimi ad azione e un fatturato di 4,03 miliardi.
Dopo un avvio di anno lento, il trattamento per la malattia di Huntington, Austedo, e il farmaco per l’emicrania, Ajovy, continuano a produrre guadagni, crescendo, rispettivamente, del 19% e del 31%. Teva prevede che nel prossimo quarter le vendite di Austedo raggiungeranno 850 milioni di dollari e quelle di Ajovy, i 300 milioni, con quest’ultimo farmaco che dovrebbe raggiungere negli USA un terzo della quota di mercato dall’attuale 21%.
Le vendite complessive in Nordamerica sono scese a 1,88 miliardi di dollari nel trimestre, da 2,02 miliardi di dollari dell’anno precedente. In particolare, le vendite dei generici, sempre in Nordamerica, sono scese del 7% arrivando a 859 milioni di dollari; in compenso, in Europa sono aumentate del 9%, facendo incassare alla pharma israeliana 1,22 miliardi di dollari. A causa della concorrenza da parte dei generici, negli USA il farmaco per la sclerosi multipla Copaxone ha fatto registrare un calo delle vendite del 44%.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)