(Reuters Health) – Grazie alla forte domanda di generici, farmaci da banco e medicinali per l’apparato respiratorio, nel Q1 2020 Teva ha superato le previsioni sugli utili.
Il CEO Kare Schultz ,che ha marzo è stato confermato fino al 2023, ha sottolineato come tutte le strutture aziendali siano rimaste aperte e come non ci siano stati licenziamenti a causa della pandemia.
Secondo il CFO Eli Kalif l’impatto maggiore della pandemia si farà sentire nel secondo trimestre.
Le entrate del Q1 sono aumentate del 5% a 4,4 miliardi di dollari, con un incremento dei profitti soprattutto in Europa, Nord America e altri mercati internazionali, mentre le minori spese operative legate alle restrizioni sui viaggi dovute alla pandemia hanno contribuito all’aumento dei profitti.
Teva è riuscita così a rafforzare il flusso di cassa e a ridurre di 600 milioni di dollari il debito netto – arrivato a 24,3 miliardi – rispetto al Q4 dello scorso anno.
Il debito è stato contratto nel 2016, quando l’azienda israeliana ha acquisito per oltre 40 miliardi di dollari l’unità dei generici di Allergan.
I farmaci top del Q1 sono Ajovy e Austedo, indicati rispettivamente per l’emicrania e la Malattia di Huntigton.
Nel Nord America le vendite di Ajovy sono aumentate del 44%, arrivando a 29 milioni di dollari, mentre quelle di Austedo sono aumentate del 64%, per un totale di 122 milioni di dollari.
Non sono andate bene, invece, le vendite del farmaco Copaxone, che nel Nord America sono scese del 5% , a 198 milioni di dollari, a causa della pressione dei generici.
In Europa le vendite dei prodotti respiratori sono aumentate del 16%, arrivando a 106 milioni di dollari, soprattutto a causa del Coronavirus.
Teva ha confermato le previsioni per il 2020 di un utile rettificato per azione di 2,30 – 2,55 dollari e ricavi di 16,60 – 17,00 miliardi di dollari, in linea con le previsioni degli analisti.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)