L’azienda farmaceutica di generici israeliana Teva starebbe per chiudere l’accordo da 40 miliardi di dollari per l’acquisizione del settore generici di Allergan. Ma quando lo farà non è detto che guadagnerà tanto quanto gli analisti si aspettano.
Di riflesso alla riduzione delle vendite del primo trimestre, che sono calate del 20% rispetto allo stesso periodo del 2015, ieri la Deutsche Bank ha abbassato le stime di vendita dell’unità di circa l’8%. Ma gli investitori non devono aver paura. Prima di tutto la casa farmaceutica israeliana si aspettava questo calo, visti gli ottimi risultati che aveva raggiunto lo scorso anno. Inoltre, Gregg Gilbert, esperto del settore farmaceutico della Deutsche Bank, ha sottolineato alcuni punti forti di Teva, come le stime sulla riduzione delle spese generali di Actavis Generics e l’aumento delle vendite negli USA del generico per la sclerosi multipla, Copaxone.
Sull’operazione Teva-Allergan, comunque, ci sono gli occhi puntati della Federal Trade Commission, l’equivalente della nostra antitrust, che tiene particolarmente sotto controllo il settore farmaceutico, visti i recenti casi di aumenti spropositati del prezzo di alcuni medicinali. Ma nonostante questo, secondo Ronny Gal, analista di Bernstein, l’affare potrebbe chiudersi entro questo mese. Intanto Teva fa cassa grazie all’accordo da 40 milioni di dollari con l’azienda americana Sagent Pharmaceutical, per l’acquisizione di cinque farmaci dall’azienda israeliana che non sono ancora stati approvati dalla FDA, e al patto con l’indiana Dr. Reddy, da 350 milioni di dollari, per otto medicinali sempre dell’azienda isreaeliana.