Via libera della FDA alla commercializzazione di Zejula, il medicinale a base di niraparib prodotto da Tesaro per il trattamento del tumore dell’ovaio. Il farmaco, tra l’altro, ha avuto un’approvazione più ampia rispetto a quella del suo rivale, Lynparza di AstraZeneca. L’ok è stato infatti dato per l’utilizzo in tutte le donne con carcinoma ovarico ricorrente, tumore alle tube di Falloppio e peritoneale che hanno risposto alla chemioterapia, indipendentemente dalla presenza o meno di mutazioni a livello del gene BRCA. Con aspettative di vendita di 1,9 miliardi di dollari, Zejula sarà uno dei primi farmaci ad essere lanciati nel 2017 e considerando i risultati ottenuti sulla capacità di ridurre la progressione nelle pazienti per più di un anno, potrebbe prendere buone quote di mercato già dalla fine di aprile, periodo previsto per il lancio. Il farmaco appartiene alla classe degli inibitori PARP, della quale fanno parte Lynparza, il primo del genere a entrare sul mercato, e Rubraca, di Clovis Oncology, approvato alla fine dello scorso anno. Nel frattempo, anche Pfizer sta lavorando all’approvazione del suo inibitore PARP, talazoparib, per il trattamento del tumore della prostata. Farmaco che il colosso americano si è aggiudicato acquisendo Medivation per 14 miliardi di dollari lo scorso anno. I risultati dei trials clinici su niraparib, presentati lo scorso autunno nell’ambito dell’incontro della Società Europea di Oncologia Medica, hanno mostrato un vantaggio di 15,5 mesi di sopravvivenza libera da malattia rispetto al placebo nel cancro con BRCA mutato e 5,4 mesi nelle donne senza mutazioni. “Non abbiamo mai visto così grandi benefici in termini di sopravvivenza libera da progressione in questa forma di tumore”, ha dichiarato Mansoor Raza Mirza, dell’Università di Copenhagen, che ha coordinato la sperimentazione. Tesaro ha anche annunciato ieri di voler espandere il suo programma di ricerca su niraparib testandolo in associazione con Avastin, di Roche, e un’immuno-oncologico anti PD-1 nel trattamento del carcinoma ovarico di prima linea e nel tumore del polmone non a piccole cellule.