Terapie cellulari e geniche, investimenti in caduta libera

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Anche quest’anno stanno diminuendo gli investimenti di capitali nelle biotech che sviluppano terapie cellulari e geniche. Come riporta il sito specializzato BiopharmaDive, si tratta di una flessione molto forte: secondo i dati di DealForma – pubblicati da Nature – nei primi sei mesi dell’anno i produttori di terapie cellulari e geniche hanno raccolto mezzo miliardo di dollari in 16 round di finanziamenti.

Anche se proiettati una base annua, questi numeri sono ben al di sotto degli 8,2 miliardi di dollari di finanziamenti ottenuti con le 121 operazioni del 2021, anno d’oro del settore. I prodromi della crisi di investimenti si erano palesati già un anno dopo, nel 2022, quando le biotech del settore avevano raccolto 3,5 miliardi di dollari in 65 operazioni finanziarie.

“Stiamo assistendo a uno spostamento degli investimenti verso prodotti a basso tasso di rischio”, osserva Jon Norris, managing director di HSBC Innovation Banking, banca finanziaria attiva nello startup banking. “Le terapie cellulari e geniche hanno molta popolarità mediatica, ma la loro disponibilità sul mercato è ancora scarsa rispetto a quella delle small molecule o dei farmaci biologici”.

Gli sviluppatori di terapie cellulari e geniche devono affrontare anche ulteriori ostacoli, “L’investimento di capitale richiesto per far progredire queste terapie è diverso da quello necessario per le small molecule o i farmaci biologici – sottolinea Peter Sletteland, managing director della Silicon Valley Bank per le Life Science e l’Healthcare Practice – In genere è necessario concentrare i capitali nella fase di produzione, che costituisce il vero collo di bottiglia”.

Il paziente, “barometro” per gli investimenti
La percezione dell’importanza della terapia genica da parte dei pazienti è un barometro cruciale per orientare gli investimenti. “La terapia deve valere la pena, ma la domanda è: ci sono alternative terapeutiche?”, conclude Chris Bardon, co-managing partner di MPM BioImpact, società di investimenti attiva nel campo delle biotech che sviluppano farmaci salvavita per i pazienti. “Nel campo delle patologie che hanno opzioni di trattamento limitate, può essere facile per un paziente prendere in considerazione la terapia cellulare o genica, anche se può richiedere un duro pre-condizionamento chemioterapico. Ma questi trattamenti possono risultare meno attraenti per le persone affette da patologie gestibili con farmaci già approvati, come nel caso dell’emofilia. “E questa è una sfida per gli investitori”.

 

 

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