(Reuters Health) – Benché il profitto semestrale si sia contratto del 70%, Takeda riduce le stime sulle perdite per l’intero anno.
Il più grande produttore di farmaci del Giappone ha registrato un profitto operativo di 463 milioni di dollari per i sei mesi fino a settembre, rispetto a quasi 1,6 miliardi di dollari dell’anno precedente.
Di contro, da quando l’azienda ha assorbito Shire, le vendite sono aumentate dell’89%, arrivando a 15,3 miliardi.
Takeda ha sorpreso i mercati a maggio quando ha convertito le previsioni di profitto per l’intero anno in perdite, citando i costi associati alla sua acquisizione da 59 miliardi di dollari di Shire.
Un’operazione che ha allargato la pipeline e ha diversificato le vendite globali, con metà delle entrate dell’azienda giapponese che ora provengono dagli USA, ma che l’ha anche lasciata indebitata.
Per ridurre il debito, Takeda si è impegnata a cedere attività non-core. Queste cessioni sono state pari a circa 5,9 miliardi di dollari nel 2019.
La pharma giapponese punta a concentrarsi su cinque aree chiave: oncologia, gastroenterologia, neuroscienze, malattie rare e terapie del sangue, che contribuiscono a circa il 75% del suo fatturato totale.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)