(Reuters) – il vaccino anti COVID-19 di Pfizer/BioNTech sembra perdere solo una piccola parte di efficacia contro un virus ingegnerizzato con tre mutazioni chiave copiate dalla nuova variante trovata in Sud Africa. Questi i risultati di uno studio condotto in laboratorio dalla pharma statunitense in collaborazione con l’Università del Texas Medical Branch (UTMB).
Il lavoro, ancora non sottoposto a peer review, ha mostrato infatti una modesta riduzione dei livelli di anticorpi, indicando in questo modo che il vaccino dovrebbe essere ancora efficace nel neutralizzare le mutazioni chiamate E484K e N501Y trovate nella cosiddetta variante sudafricana.
Lo studio – presente sul sito www.biorvix.org – è stato condotto sul sangue prelevato da persone a cui era stato somministrato il vaccino. I risultati del test sono tuttavia limitati, perché non è stata presa in considerazione l’intera serie di mutazioni trovate nella nuova variante sudafricana di SARS-CoV-2.
Gli scienziati stanno attualmente progettando un virus con la serie completa di mutazioni e i risultati delle nuove sperimentazioni sono attesi tra circa due settimane, secondo quanto riferito da Pei-Yong Shi, autore dello studio e professore all’UTMB.
I risultati ottenuti sono comunque decisamente più incoraggianti di un altro studio della Columbia University, anch’esso non ancora sottoposto a peer review. Gli scienziati che hanno preso parte a questo test, nel quale è stato utilizzato un metodo leggermente diverso rispetto a quello usato da Pfizer, hanno detto che gli anticorpi prodotti dal vaccino erano significativamente meno efficaci contro la variante del Sud Africa.
Una possibile ragione che potrebbe spiegare la differenza tra le due indagini scientifiche consiste nel fatto che i risultati di Pfizer sono stati ottenuti su un coronavirus ingegnerizzato, mentre lo studio della Columbia ha utilizzato uno pseudovirus basato sul virus della stomatite vescicolare, un tipo diverso di virus.
Fonte Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)