Tutte le Regioni italiane hanno ormai introdotto la ricetta elettronica, portando la quota delle prescrizioni digitali all’80%.Un risultato molto incoraggiante, tanto che l’addio alle ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria cartaceo accompagnato da un codice digitale. Anche se ancora difficile da quantificare, il risparmkio per il SSN sarà notevole.”Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci si fanno circa 600 milioni di ricetta e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni. A cui aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d’Italia e quelli che derivano dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale”, dice Daniele D’angelo, direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. “Questo traguardo costituisce un grande risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani – sottolinea la presidente di Federfarma Annarosa Racca – perché la ricetta digitale vale su tutto il territorio del Paese. Quindi i cittadini possono andare con l’impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco dispensato, pagando il ticket della propria regione di appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa”.
Campania e Veneto le regioni più “digital”
In base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la media italiana di ricette digitali rispetto al totale di quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono affatto di pari passo, ma con qualche sorpresa rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con l’89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno, ma che negli ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. “Visto che i dati sono relativi a luglio, pensiamo sia realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche in tutta Italia entro fine anno”, commenta D’Angelo. Questo infatti era l’obiettivo previsto dall’Agenda Digitale, “perché anche quando il sistema sarà completamente a regime resterà sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per i quali continuerà a essere utilizzata la ricetta rossa, come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope”. Tra i fautori della e-prescription, Enzo Chilelli, direttore generale Federsanità ANCI, associazione che riunisce Asl e aziende ospedaliere italiane e lavora per i processi i semplificazione. “Sarebbe il caso – commenta – che venisse usata per tutti i farmaci, anche per la prescrizione degli oppiacei, e si smettesse completamente di stampare le inutili e costose ricette rosse. Sarebbe un altro piccolo passo verso la semplificazione amministrativa del nostro Paese che fatica molto a gestire processi di innovazione”.