Siemens lancia negli Stati Uniti il suo nuovo sistema per la diagnosi di fibrosi epatica (ELF), destinato ai pazienti con malattie epatiche croniche.
Si tratta di un’unità che può testare un piccolo campione di sangue prelevato da un paziente e restituire un “punteggio numerico tramite un algoritmo, combinando le misurazioni quantitative fatte nel campione di siero con tre marcatori diretti di fibrosi epatica”, dichiara Siemens. I marcatori presi in considerazione sono acido ialuronico (HA), propeptide amino-terminale di procollagene di tipo III (PIIINP) e inibitore tissutale della metalloproteinasi 1 (TIMP-1).
Il test ELF è stato studiato per i pazienti affetti da steatoepatite non alcolica (NASH), da steatosi epatica non alcolica (NAFLD), da epatite virale e da patologie legate all’alcol. È anche utile per coloro che hanno un rischio elevato di subire un ulteriore deterioramento del fegato che potrebbe rivelarsi fatale se lasciato senza controllo.
“L’identificazione dei pazienti che presentano una progressione della fibrosi epatica è una sfida per i medici data la natura silenziosa della malattia. In considerazione del fatto che il numero di soggetti colpiti da fibrosi epatica è in crescita, la richiesta di mezzi efficienti, precisi e sicuri per testare i pazienti a rischio diventa sempre più importante”, osserva Patrick Joseph, direttore medico del Siemens Healthcare Laboratory.
“Il nostro sistema di test ELF, che misura tre marcatori diretti di fibrosi, rappresenta una soluzione clinicamente validata, affidabile e conveniente per i medici per aiutarli a gestire i pazienti con fibrosi epatica progressiva associata a NAFLD e NASH”.