(Reuters Health) – Per una buona parte dei suoi 141 anni di storia, la società farmaceutica giapponese Shionogi si è affidata a partner più grandi per la promozione dei suoi prodotti negli Stati Uniti e in altri mercati esteri, evitando così i costi necessari per mantenere una grande forza di vendita.
Ha seguito questo schema anche in occasione della produzione del suo farmaco di maggior successo, Crestor, indicato nel trattamento dell’ipercolesterolemia.
Shionogi ha sviluppato il farmaco fino agli studi di fase intermedia a partire dai quali ha collaborato con AstraZeneca, che ha acquisito i diritti per vendere Crestor in tutti i mercati, escluso il Giappone.
Ora per la casa farmaceutica giapponese ha deciso di esporsi a qualche rischio, spinta dal “patent cliff” che tra nove anni esporrà un suo farmaco per l’HIV e tre farmaci combinati alla competizione dei generici.
“Dovremo aumentare la percentuale dei farmaci che vendiamo da soli e fare meno affidamento sugli altri”, ha dichiarato Isao Teshirogi, CEO di Shionogi.
Shionogi l’anno scorso è entrata nel mercato statunitense con Mulpleta, un farmaco progettato per prevenire un’eccessiva emorragia nei pazienti che necessitano di un intervento chirurgico e presentano una bassa conta piastrinica a causa di una malattia epatica cronica.
L’azienda prevede inoltre di sviluppare un proprio team di vendita negli Stati Uniti per Cefiderocol, un antibiotico che dovrebbe ottenere l’approvazione quest’anno e che sarà utilizzato come trattamento di ultima istanza per i pazienti con malattie infettive se gli altri antibiotici risultano inefficaci. “Cefiderocol è un farmaco che verrà utilizzato solo da specialisti nei grandi ospedali degli Stati Uniti, ci serviranno dai 50 ai 70 informatori scientifici. È un buon punto di partenza, qualcosa che possiamo fare autonomamente”, osserva Teshirogi.
Shionogi non ha voluto rivelare i numeri del suo team di vendita per Mulpleta, un farmaco che dovrebbe guadagnare 12,3 milioni di dollari quest’anno e non ha reso note le stime di vendita per Cefiderocol.
Il CEO Teshirogi ha aggiunto che è possibile occuparsi delle vendite negli Stati Uniti di un prodotto come un farmaco per l’HIV con un gruppo di oltre 100 persone; il mercato dei farmaci di assistenza primaria che richiedono 400-500 informatori, è un’altra questione.
L’azienda lo ha già sperimentato nel 2013, quando ha tentato di vendere negli Stati Uniti il farmaco Osphena, per le donne che soffrono di dolori durante i rapporti sessuali. La commercializzazione si rivelò troppo costosa, poiché Osphena era un farmaco di assistenza primaria ed era l’unico che Shionogi aveva prodotto per la salute femminile. La società ha quindi concesso la licenza alla Canada’s Duchesnay nel 2017.
Shionogi, – metà dei cui ricavi sono rappresentati da royalties – ha accumulato quattro anni consecutivi di utile operativo record, con un margine del 38%. Ha anche lanciato di recente farmaci promettenti come Xofluza per l’influenza, ma la “patent cliff” per i suoi farmaci per l’HIV creerà un gap di guadagni che sarà difficile da compensare completamente.
Teshirogi ha anche parlato della volontà dell’azienda giapponese di sviluppare farmaci costituiti da molecole di media grandezza come i peptidi; un ambito ad oggi esplorato da poche case farmaceutiche
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)