Una biotech italiana si distingue nella ricerca sul Sistema Nervoso Centrale. Si tratta di Newron Pharmaceuticals, che ha registrato buoni dati dalla sperimentazione di fase IIa su sicurezza ed efficacia, di evenamide, farmaco contro la schizofrenia. E ora il CEO Stefan Weber punta a chiudere accordi entro la fine di quest’anno per il farmaco che potrebbe diventare, secondo il manager, un blockbuster. Evenamide (NW-3509), un bloccante dei canali del sodio, agisce riducendo il rilascio del neurotrasmettitore glutammato, un nuovo meccanismo d’azione contro la schizofrenia. Aggiungendolo ad altri medicinali, evenamide sarebbe in grado di migliorare la gestione dei sintomi psicotici della schizofrenia, evitando gli effetti collaterali tipici dei farmaci che bloccano la dopamina. I soldi raccolti dall’azienda biotech con un eventuale accordo su questo farmaco, potrebbero quindi accelerare la ricerca su un altro medicinale che Newron giudica particolarmente promettente, sarizotan, in studio per il trattamento della sindrome di Rett, una malattia rara che porta a disabilità mentale e fisica e che colpisce circa 36mila pazienti in Europa e negli USA. La biotech ha da poco avviato i primi studi sull’uomo per capire se questo farmaco può trattare i sintomi, quali respirazione rapida o lenta o tendenza a trattenere il respiro o ad ingoiare aria con conseguente gonfiore addominale, nei bambini che soffrono di questa sindrome. Secondo gli analisti di Edison, sarizotan potrebbe essere approvato e lanciato nel 2018 e portare a picchi di vendite pari a 260 milioni di euro. Viste le indicazioni, l’azienda biotech potrebbe commercializzare il farmaco da sé, senza fare accordi. Il medicinale è stato inizialmente sviluppato da Merck KgaA per ridurre gli effetti collaterali delle terapie contro il Parkinson, ma è stato poi abbandonato nel 2006 e ripreso da Newron cinque anni più tardi. A fine marzo, infine, è atteso il verdetto della FDA su safinamide, la molecola sviluppata da Newron per il trattamento della malattia di Parkinson. Il farmaco, noto con il nome Xadago, è già disponibile in Europa, in 11 Paesi, commercializzato da Zambon e potrebbe avere il via libera anche negli USA, dal momento che l’ente regolatorio americano ha fatto sapere alle aziende partner per la commercializzazione, Zambon e WorldMes per gli USA, che non ha bisogno di ulteriori studi clinici relativi a abuso e dipendenza.
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