“La farmaceutica ce l’ha messa tutta durante pandemia” e “tutti dicono che è un settore su cui puntare” ma “nei fatti non lo si fa. Lo abbiamo visto con la legge di bilancio: è stato previsto l’inserimento dell’equilibrio dei tetti della spesa farmaceutica”, ma “di fatto lo si rende inapplicabile, con un comma di dubbia legittimità, che lo sottopone al pagamento del payback del 2018”. Lo ha detto Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, intervenendo all’HealthCare Summit del Sole 24 ore.
La manovra accoglie infatti la richiesta, avanzata da più parti, di rimodulare i tetti della spesa farmaceutica, diminuendo quello previsto per la territoriale (da anni in continuo calo) per poter così alzare quello della spesa ospedaliera, (da anni in continua crescita).
Tuttavia lo vincolerebbe al pagamento del payback pregresso, misura introdotta nel 2008 per arginare l’aumento della spesa pubblica per i farmaci basata sul meccanismo di ripiano degli sforamenti dei tetti a carico delle aziende, ma ha mostrato di produrre effetti distorsivi. “Vincolare l’intervento sulla rimodulazione dei tetti della spesa farmaceutica alla chiusura della partita sul payback pregresso è irricevibile”, ha sottolineato Scaccabarozzi, “anche perché ci sono numeri sballati, come sempre”.
Il presidente di Farmindustria ha quindi ricordato l’impegno delle aziende del farmaco durante l’emergenza coronavirus: “non abbiamo mai ricorso ad ammortizzatori, mai fatto venir meno i farmaci, non abbiamo mai smesso di fare ricerca. Abbiamo fatto 12 milioni di donazioni di farmaci e 30 milioni di donazioni di dispositivi. Alcune aziende hanno modificato le linee di produzione per mettere a disposizione gel disinfettanti gratuitamente. Il 72% – ha concluso – si è impegnato a mettere a disposizione la consegna di farmaci a casa”.