Santhera punta tutto su Raxone nella DMD

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(Reuters Health) – Prima di qualsiasi mossa a livello finanziario, l’azienda svizzera Santhera punterà ad avere l’ok da parte delle autorità regolatorie europea ed americana per l’utilizzo di Raxone nel trattamento di pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Solo così l’azienda potrà risollevarsi da un 2018 di perdite economiche. Nei primi sei mesi di quest’anno, infatti, le casse dell’azienda svizzera sono passate dall’avere 58,2 milioni di franchi svizzeri, a dicembre, a 34,8 milioni, con una perdita che è arrivata a 27,4 milioni di franchi rispetto ai 22 milioni registrata nello stesso periodo di un anno fa. Anche le azioni sono scese di quasi il 60% quest’anno, soprattutto perché Raxone non è riuscito ad avere l’ok dell’EMA nel trattamento dei pazienti con DMD. Il calo delle azioni, aggravato da un’ulteriore perdita del 6% di oggi, significa che l’azienda deve cercare nuovi fondi per espandere il suo portfolio e comunque sarà in ritardo con l’ampliamento.
La strategia
Così, dopo aver raccolto più dati sull’efficacia a lungo termine di Raxone nel migliorare la funzionalità respiratoria nei pazienti con DMD, il CEO Thomas Meier ha in mente di presentare una nuova domanda alle autorità regolatorie europee e americane nel 2019. Ed è ottimista sulle possibilità che questa volta si apriranno. “Abbiamo sentito cosa volevano i funzionari e ora siamo in grado di tappare i buchi”, ha dichiarato Meier. Il CFO Christoph Rentsch non ha dato dettagli sulle dimensioni di un eventuale piano a livello finanziario, ma ha detto che l’azienda non prevede di aumentare il debito, escludendo una manovra come il bond da 60 milioni di dollari emesso da Santhera nel 2017. Raxone è già stato approvato nel trattamento della neuropatia ottica ereditaria di Leber (LHON), una rara malattia che causa cecità. E le vendite del farmaco nella prima metà del 2018 hanno superato le aspettative dell’azienda. Di conseguenza, Santhera ora stima le entrate per il farmaco a 30-32 milioni di franchi nel 2018, rispetto ai precedenti 28-30 milioni.

Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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