Sanofi: CE approva sutimlimab per il trattamento dell’anemia emolitica nei pazienti adulti con malattia da agglutinine fredde

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La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio di sutimlimab per il trattamento di pazienti adulti affetti da anemia emolitica da agglutinine fredde (CAD, Cold Agglutinin Disease), un’anemia emolitica autoimmune rara, grave e cronica, in cui il sistema immunitario attacca erroneamente i globuli rossi sani causandone l’emolisi.

“Questo importante traguardo realizza concretamente la nostra ambizione di sviluppare soluzioni terapeutiche ‘first e best-in-class’ che possano radicalmente cambiare la vita delle persone – commenta Dietmar Berger, Chief Medical Officer, Global Head of Development, Sanofi – Sino ad oggi, i pazienti europei affetti da questa patologia dovevano evitare di esporsi al freddo e affidarsi a una combinazione di trasfusioni di sangue e trattamenti off-label per gestire la loro malattia. L’approvazione di sutimlimab da parte della Commissione Europea offre per la prima volta ai pazienti, l’accesso a una terapia che può fare una differenza significativa nel trattamento e nell’esperienza quotidiana di convivenza con la CAD”.

Sutimlimab, attualmente l’unico trattamento approvato per la CAD, è un anticorpo monoclonale umanizzato, primo nella sua categoria, progettato per legare selettivamente la serina proteasi C1s, inibendo l’attivazione della via classica del complemento. Sarà disponibile come soluzione per infusione da 50 mg/mL.

L’approvazione europea si basa sui dati di due studi clinici di fase 3: CADENZA, uno studio clinico in doppio cieco, controllato con placebo, condotto su adulti con CAD senza una recente storia di trasfusione di sangue (negli ultimi 6 mesi), e CARDINAL, uno studio registrativo in aperto di 26 settimane, a braccio singolo, condotto su pazienti con CAD che hanno ricevuto una recente trasfusione di sangue.

Le evidenze
Nello studio CADENZA Parte A, i pazienti idonei sono stati randomizzati 1:1 a ricevere una dose fissa in base al peso (6,5 g o 7,5 g) di sutimlimab o placebo tramite infusione endovenosa il giorno 0, il giorno 7 e poi una volta ogni due settimane fino alla settimana 26.

La parte B dello studio, in aperto, ha valutato la sicurezza a lungo termine e la durata della risposta a sutimlimab nei pazienti con CAD. Nello studio CADENZA Parte A, sutimlimab ha raggiunto l’endpoint primario composito e tutti gli endpoint secondari e ha dimostrato l’inibizione dell’emolisi, l’aumento dei livelli di emoglobina (Hb) e un miglioramento clinicamente significativo dei punteggi FACIT (Functional Assessment of Chronic Illness Therapy) – Fatigue. Sutimlimab ha dimostrato un profilo di sicurezza accettabile ed è stato generalmente ben tollerato.

Il 96% dei pazienti nel gruppo sutimlimab e il 100% dei pazienti nel gruppo placebo hanno manifestato almeno un evento avverso emergente dal trattamento (TEAE). Cefalea (22,7% vs 10,0%), ipertensione (22,7% vs 0%), rinite (18,2% vs 0%), fenomeno di Raynaud (18,2% vs 0%) e acrocianosi (13,6% vs 0%) sono stati riportati più frequentemente nei pazienti trattati con sutimlimab rispetto al placebo.

Nello studio CARDINAL Parte A, i pazienti hanno ricevuto una dose fissa in base al peso (6,5 g o 7,5 g) di sutimlimab tramite infusione endovenosa il giorno 0, il giorno 7 e poi una volta ogni due settimane fino alla Settimana 26.

La parte B dello studio ha valutato la sicurezza a lungo termine e la durata della risposta a sutimlimab in pazienti con CAD in un periodo di follow-up di 2 anni. Nello studio CARDINAL Parte A, l’efficacia di sutimlimab è stata valutata in base al raggiungimento di un endpoint primario composito (Hb≥12 g/dL o un aumento di almeno 2 g/dL; nessuna trasfusione di sangue o assunzione di farmaci per la CAD proibiti dal protocollo dalla settimana 5 alla 26) e di diversi endpoint secondari, tra cui i miglioramenti dell’emoglobina, la normalizzazione della bilirubina e il punteggio FACIT-fatigue.

Le reazioni avverse più comuni che si sono verificate nel 10% o più dei pazienti sono state: infezione del tratto respiratorio, infezione virale, diarrea, dispepsia, tosse, artralgia, artrite ed edema periferico. Reazioni avverse gravi sono state riportate nel 13% (3/24) dei pazienti che hanno ricevuto sutimlimab. Queste reazioni avverse gravi sono state sepsi streptococcica e infezione da stafilococco della ferita (n=1), artralgia (n=1) e infezione del tratto respiratorio (n=1).

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