Roche, già rapida nel conquistare con Ocrevus la quota di mercato della terapia contro la sclerosi multipla, dispone ora di nuovi dati che mostrano l’impatto del farmaco su un biomarcatore che può aiutare a prevedere la progressione della malattia.
I pazienti con forme recidivanti-remittenti o primarie progressive di sclerosi multipla hanno visto i loro livelli di catena leggera dei neurofilamenti ematici (NfL) abbassarsi fino ad arrivare a quelli di donatori sani dopo il trattamento con Ocrevus.
Poiché la proteina NfL fornisce supporto strutturale alle fibre nervose nel cervello, l’aumento del suo livello nel sangue può suggerire la presenza di danni alle cellule nervose. Infatti, nuovi dati e precedenti rapporti hanno mostrato che i pazienti con lesioni cerebrali attive avevano livelli di NfL significativamente più alti.
Sulla base di queste evidenze Roche sostiene che la proteina NfL potrebbe servire come potenziale biomarcatore della progressione della malattia e come segnale per dimostrare gli effetti neuroprotettivi di Ocrevus.
In particolare, in uno studio di fase 3 su pazienti cons sclerosi multipla recidivante, Ocrevus ha ridotto i livelli di NfL nel sangue del 43% dopo 96 settimane, rispetto a una riduzione del 31% in coloro che hanno ricevuto il tradizionale trattamento con interferone beta-1a.
In uno studio separato su pazienti con sclerosi multipla primaria progressiva, la diminuzione dei livelli di NfL è stata del 16% per il farmaco di Roche e dello 0,2% con placebo.
Ocrevus è una stella nascente di Roche. Definito il lancio di maggior successo nella storia della pharma svizzera, questo farmaco ha registrato un balzo delle vendite del 63% nella prima metà del 2019 raggiungendo i 1,74 miliardi di franchi di incasso
I dirigenti hanno detto a luglio che Il farmaco ha aumentato la sua quota di mercato negli Stati Uniti (circa il 40%), la più alta fra tutti i trattamenti contro la sclerosi multipla.