Roche, piani per migliorare diagnosi e cure nei Paesi in via di sviluppo

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Roche estenderà i suoi piani per facilitare l’accesso al trattamento profilattico dell’emofilia e per aumentare la capacità di produzione dei test per HIV e tubercolosi, con l’obiettivo di migliorare diagnosi e cure nei Paesi in via di sviluppo.

In particolare, la settimana scorsa, l’azienda svizzera ha annunciato che si unirà al Global Fund,  per facilitare l’accesso alla diagnostica per HIV e tubercolosi, e che proseguirà con il suo impegno nel fornire il trattamento preventivo per le persone con emofilia A.

Questi piani prevedono investimenti in infrastrutture per facilitare l’esecuzione dei test tra le persone con HIV non diagnosticato, che sono circa sei milioni.

La pandemia di COVID-19 ha interrotto molti programmi per l’HIV e la tubercolosi, con il risultato che i tassi di test per l’HIV sono diminuiti di circa il 22% e circa 100mila persone sono morte, nel 2020, di tubercolosi nei Paesi a medio e basso reddito.

Roche aveva lanciato il suo programma di accesso globale ai test diagnostici nel 2014, sostenendo gli obiettivi del programma UNAIDS del 2020; da allora i suoi ambiti di intervento si sono ampliati ad altre malattie infettive come tubercolosi, epatite B e C e papillomavirus umano.

La pharma svizzera, inoltre, continuerà a fornire un trattamento profilattico per i pazienti con disturbi emorragici nei Paesi in via di sviluppo. In questo caso, si tratta di un’estensione del programma di aiuto umanitario della World Federation of Hemophilia, avviato nel 2019, che ha permesso per la prima volta, ai pazienti dei paesi in via di sviluppo, l’accesso a questo tipo di cure.

 

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