(Reuters Health) – I pazienti con leucemia linfocitica cronica che vanno incontro a recidiva, quando vengono trattati con Venclexta (AbbVie) in associazione con Rituxan (Roche), fanno registrare una sopravvivenza libera da malattia più lunga rispetto alla combo Rituxan/Treanda (Teva). A evidenziarlo i i risultati intermedi di un trial clinico di fase III, che saranno presentati il prossimo mese al meeting dell’American Society of Hematology (ASH), che si terrà ad Atlanta. Venclexta ha avuto un’approvazione accelerata nel trattamento della leucemia linfocitica cronica in pazienti con una specifica mutazione genetica che hanno ricevuto almeno una precedente terapia. Ma la sua approvazione definitiva dipenderà dall’eventuale conferma del beneficio al termine della sperimentazione. E i dati presentati fanno ben sperare. Il trial, che ha coinvolto 389 pazienti con leucemia linfocitica cronica che hanno avuto una ricaduta dopo un massimo di tre regimi di trattamento precedenti, ha evidenziato che, rispetto alla sopravvivenza libera da progressione della combo Rituxan/Treanda, pari a 17 mesi, quella dell’associazione Rituxan/Venclexta non è stata ancora raggiunta dopo due anni di trattamento, anche nei pazienti ad alto rischio. Inoltre, il tasso di risposta globale è del 93,3% per Venclexta/Rituxan rispetto al 67,7% di Treanda/Rituxan. Mentre una risposta completa, in cui nessun segno del tumore è stato osservato dagli esami sul midollo e dalla TC, c’è stata nel 26,8% dei pazienti trattati con Venclexta e Rituxan, rispetto all’8,2% dell’atro gruppo. I risultati sarebbero dunque altamente significativi. Per quel che riguarda, infine, le reazioni avverse che hanno portato alla morte, sono state state 10 nel gruppo della combo Rituxan/Venclexta, pari al 5,2%, e 11 in quello trattato con Rituxan/Treanda, il 5,9%.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)