Roche si conferma la big pharma che è. Con un +7% nelle vendite, 56.8 miliardi di franchi svizzeri (circa 50 miliardi di euro) di fatturato, il 2018 rappresenta per l’azienda il quarto anno consecutivo di crescita.
Aumento delle vendite della Divisione Farmaceutici (+7%), aumento delle vendite della Divisione Diagnostica (+7%), aumento degli utili per azione rispetto alle vendite del 19% o dell’8% escludendo l’effetto della riforma fiscale americana. Questi i dati presentati oggi dal Gruppo Roche.
“Passando da 53.2 miliardi del 2017 a 56.8, non possiamo che essere soddisfatti del nostro operato”, ha commentato Severin Schwan, CEO Roche. Continua innovazione, investimenti e ricerca in diverse aree terapeutiche, sembrano essere la formula giusta del successo dell’azienda: “grazie al lancio di nuovi prodotti – prosegue Schwan – e al range di prodotti efficaci già disponibili, Roche è ben posizionata per continuare a crescere”.
Nel 2018, infatti, l’azienda “ha registrato un’ottima crescita in entrambe le divisione, Diagnostica e Farmaceutici”, ha precisato il Ceo. “Sono particolarmente soddisfatto della solida domanda di nuovi farmaci che saranno utili nella lotta a malattie quali il cancro, la sclerosi multipla e l’emofilia”.
A trainare la crescita della divisione pharma sono soprattutto le aree terapeutiche dedicate alla sclerosi multipla (ocrelizumab) e del tumore del seno HER2 (pertuzumab), seguite poi dal tumore del polmone (atezolizumab e alectinib) e dall’emofilia (emicizumab).
“Da 41.2 miliardi di CHF del 2017 siamo passati a 44 miliardi nel 2018”, ha precisato Bill Anderson, CEO Roche Pharmaceuticals. “Questi non sono solo risultati finanziari – ha proseguito – sono risultati che riguardano la salute dei pazienti”.
Nello specifico, rispetto all’anno precedente il mercato continua a crescere negli Usa (+13%), registra un lieve calo in Europa (-4%) ma si allarga al Giappone e al resto del mondo. La prospettiva è dunque quella di proseguire in questa direzione e di continuare ad investire.
Focus Italia
Per quanto riguarda l’Italia, Roche S.p.A. ha chiuso il 2018 con un fatturato complessivo che raggiunge gli 867 milioni di Euro. Un risultato importante, in un anno complesso, di transizione, caratterizzato dal lancio di quattro importanti prodotti: atezolizumab e emicizumab per combattere il tumore al polmone, ocrelizumab contro la sclerosi multipla e emicizumab contro l’emofilia, e dalla competizione derivata dall’arrivo sul mercato dei biosimilari in ematologia e oncologia.
“Il 2018 è stato un anno di grande trasformazione a favore di una continua innovazione per Roche Italia, un anno sicuramente entusiasmante per il significativo numero di lanci di nuovi prodotti capaci di cambiare la qualità di vita di pazienti e dei loro famigliari, frutto di una filosofia e una storia lunga oltre 120 anni – ha confermato Maurizio de Cicco, amministratore delegato Roche Italia – Siamo molto entusiasti anche per il lavoro fatto insieme a tutti gli attori del Sistema Salute, da Farmindustria alle aziende del farmaco, dalle Regioni alle Istituzioni e al Governo. La collaborazione e il confronto nato dalla necessità generale di rivedere la gestione della spesa farmaceutica e la semplificazione del meccanismo del payback ospedaliero è stato molto costruttivo e continueremo a investire per migliorare sempre di più le sinergie con il Sistema Salute”, ha concluso.
Ogni anno Roche investe 40 milioni di euro in ricerca scientifica, collaborando con tutti gli attori del sistema salute. Solo nel 2018 grazie alla collaborazione con oltre 230 centri di ricerca, Roche Italia ha registrato 223 studi clinici, di cui hanno beneficiato 10.776 pazienti che hanno intrapreso un percorso diagnostico specifico e di cure all’avanguardia e senza alcun costo a carico delle famiglie o del Servizio Sanitario Nazionale.
Tra le aree di maggior impegno l’oncologia, con ben 27 molecole in fase di studio, e il Sistema Nervoso Centrale con il coinvolgimento di circa 60 centri per lo sviluppo di 27 studi clinici.
In quest’area in particolare lo studio di cure per l’Alzheimer impegna 21 centri di ricerca che lavorano alla sperimentazione della molecola gantenerumab, che potrebbe dare una speranza concreta agli oltre 600.000 italiani affetti da questa patologia.