(Reuters) – Secondo l’analisi Our World in Data di Reuters, i decessi che si sono verificati in tutto il mondo a causa del COVID-19 hanno superato i 5 milioni, colpendo soprattutto le persone non vaccinate esposte alla variante Delta.
La diffusione di questo ceppo virale ha messo in luce le ampie disparità dei tassi di vaccinazione tra nazioni ricche e povere e anche le conseguenze legate all’esitazione nel vaccinarsi che si è manifestata in alcuni Paesi occidentali.
Mentre è stato necessario poco più di un anno perché il bilancio delle vittime di COVID-19 raggiungesse i 2,5 milioni, i successivi 2,5 milioni di decessi sono stati registrati in poco meno di otto mesi.
Nella settimana appena trascorsa sono stati segnalati in media 8.000 decessi al giorno in tutto il mondo, ovvero circa cinque morti al minuto. Nonostante questo, il tasso di mortalità globale nelle ultime settimane sta rallentando.
Sempre secondo Our World in Data, più della metà della popolazione mondiale deve ancora ricevere almeno una dose di vaccino.
Negli Stati Uniti circa un terzo della popolazione non si è vaccinato e venerdì scorso il bilancio dei morti per COVID ha raggiunto la cifra di 700.000 dall’inizio della pandemia, che è un vero e proprio record mondiale.
Sempre venerdì 1 ottobre la Russia ha riportato 887 decessi correlati al coronavirus, il numero maggiore di morti registrati in un solo giorno dall’inizio della pandemia. Solo il 33% della popolazione vaccinabile della Russia ha ricevuto una prima dose.
Nel computo dei decessi globali il Sud America è il continente con il tasso più alto (21%), seguito da America del Nord ed Europa orientale (14%).
L’India, invece, uno dei primi paesi devastati dalla variante Delta, con l’avvio della campagna di vaccinazione è passata da una media di 4.000 morti al giorno a meno di 300.
Circa il 47% della popolazione vaccinabile dell’India ha ricevuto la prima somministrazione, e, nell’ultima settimana, sono state iniettate circa 7.896.950 dosi al giorno.
La variante Delta è ora il ceppo dominante in tutto il mondo ed è stata segnalata in 187 su 194 paesi membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)