Prezzi farmaci USA: un anno dopo, niente paura a Wall Street

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Quando un anno fa l’appena eletto Donald Trump dichiarava il suo impegno a ridurre i prezzi dei farmaci, le azioni pharma crollavano rapidamente. L’industria temeva che la nuova Amministrazione della Casa Bianca avrebbero abbassato i prezzi in tempi molto rapidi.
Il Department of Health and Human Service ha oggi un nuovo segretario, Alex Azar. In occasione della cerimonia del suo giuramento – che si è tenuta all’inizio della scorsa settimana – Trump ha detto che il segretario avrà il compito di abbassare i prezzi dei farmaci. Ma questa dichiarazione, al contrario di quella di un anno fa, non ha provocato reazioni a Wall Street. Eppure e parole di Trump non sono state affatto tenere con l’industria farmaceutica USA.”Dobbiamo abbassare i prezzi dei farmaci da prescrizione e sbrogliare la matassa intricata di interessi speciali che stanno innalzando i prezzi dei farmaci per i pazienti davvero bisognosi”, ha detto il presidente degli Stati Uniti. Trump ha aggiunto che altri paesi “pagano molto meno per gli stessi medicinali. “La stessa identica pillola, la stessa confezione, la stessa fabbrica, ci costano molto di più, molte volte di più, rispetto ad altri Paesi. E nessuno conosce questo mondo meglio di Alex Azar”.

La situazione dei prezzi. I pareri dei CEO
Nel primo anno di presidenza, Donald Trump si è concentrato soprattutto sulla FDA, al cui vertice ha messo Scott Gottlieb, con il preciso mandato di aumentare le approvazioni dei generici e abbassare i prezzi. Alex Azar è un uomo che viene dell’industria. Fino all’anno scorso era presidente della filiale americana di Eli Lilly. Azar ritiene che una maggiore concorrenza potrebbe abbassare i prezzi.. Gli investitori del settore farmaceutico temono una riforma dei prezzi peggiore di quella di un anno fa e almeno un CEO di Big Pharma è d’accordo. Dopo accese discussioni pluriennali sulle procedure da mettere in atto per fissare i prezzi del settore, il Ceo di MSD, Ken Frazier, ha detto che non si aspetta “una sorta di balzo significativo” delle pressioni delle agenzie pubbliche o di privati nel 2018. Il suo omologo di Eli Lilly, David Ricks, offre una prospettiva diversa. Giorni fa ha infatti detto che il settore farmaceutico deve agire ora, anche perché ci sono persone nel governo che “comprendono il delicato equilibrio tra la ricompensa per l’innovazione e l’accesso ai prodotti. L’industria potrebbe lavorare con questi funzionari per contribuire a rendere i farmaci più accessibili ai pazienti”.

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