Usare l’intelligenza artificiale e altre tecnologie per aiutare pazienti e professionisti sanitari nel processo di cura. Su questo punta Philips per diventare un fornitore di servizi integrato e andare oltre il suo ruolo di produttore di hardware e apparecchiature diagnostiche.
Questo lavoro di ‘accompagnamento’ del medico e del paziente in tutte le fasi, che dovrebbe produrre migliori risultati delle cure a lungo termine, include, però, l’incorporazione di metodi a livello di tutte le discipline cliniche.
Ed è qui che l’intelligenza artificiale può fare la differenza, collegando dati eterogenei o organizzando meglio l’assistenza con le esigenze dei pazienti. A parlarne è Jeroen Tas, capo dell’ufficio innovazione e strategia di Philips.
Secondo l’esperto, combinare tecniche a ultrasuoni e TAC alle analisi del sangue o alla genomica e alla storia del pazienti può aiutare a creare nuovi percorsi assistenziali, mentre l’integrazione della tecnologia digitale può fornire monitoraggio e coordinamento da remoto.
L’azienda olandese punta non solo a vendere prodotti, ma capacità. Una strategia che implica la costruzione di relazioni a lungo termine con sistema sanitari e ospedali, ridisegnando i percorsi dei pazienti e integrando imaging e diagnostica con la cura.
L’esempio è dato dagli accordi di recente stretti da Philips in Germania e Florida. Lo scorso luglio la società ha firmato un accordo di 15 anni da 90 milioni di euro con un gruppo ospedaliero a Colonia per aggiornare i sistemi diagnostici e terapeutici di precisione, oltre a un contratto di 11 anni con il Jackson Health System di Miami per fornire un sistema di monitoraggio a paziente.