La pandemia di COVID-19 ha spazzato via decenni di problemi di reputation per le aziende farmaceutiche, alle quali è stata riconosciuta la velocità di risposta e di azione per risolvere la crisi. Il ruolo significativo del settore farmaceutico nello sviluppo e nell’implementazione dei vaccini ha dimostrato che le aziende riescono a mettere le persone prima del profitto.
Ma la vicenda della pandemia, secondo l’esperta Stacy Vaughn, della società americana Hall & Partners, ha anche dimostrato che è possibile una collaborazione tra le organizzazioni sanitarie, i governi e le associazioni dei pazienti. E il settore farmaceutico deve assumere, ora, un ruolo guida nello sviluppo di tali partnership, sostenendo collaborazioni chiave che forniranno migliori risultati per i pazienti e permetteranno di affrontare le sfide del sistema sanitario nel futuro.
La pandemia ha anche abbattuto i tradizionali ostacoli fra gli attori del sistema, con le informazioni condivise più volentieri e tutte le parti che hanno cooperato per soddisfare le esigenze dei pazienti. E oltre il 90% degli operatori sanitari ha affermato che la capacità di un’azienda farmaceutica di dimostrare il proprio obiettivo influisce sulle loro scelte a livello di prescrizioni, soprattutto quando i farmaci sono percepiti a parità di prezzo, efficacia o sicurezza.
Il COVID-19 ha dato un’opportunità alle aziende farmaceutiche di allontanarsi dall’immagine di società che vedono solo il profitto e questo diventerà un’aspettativa, nel futuro. E’ arrivato quindi per le aziende il momento di capitalizzare questa ritrovata fiducia, per andare ad affrontare patologie come il diabete o le malattie cardiovascolari.
Per farlo, secondo Stacy Vaughn, le aziende farmaceutiche devono assumere un ruolo di leadership nelle collaborazioni virtuose, mantenendo le relazioni che hanno instaurato e svolgendo un ruolo attivo nella creazione di consorzi che lavorino verso obiettivi condivisi.
Un processo che richiede al settore di focalizzarsi su quattro aspetti principali: essere propositivi, comunicando e indicando gli obiettivi con azioni che generino risultati chiari; misurare e “adattare” l’obiettivo monitorando continuamente le percezioni da parte dei pazienti/clienti; coltivare partnership cruciali, ascoltando governi e organizzazioni di pazienti; capire cosa vogliono questi ultimi, cercando di essere più reattivi alle tendenze.