L’estate scorsa molte aziende farmaceutiche – insieme ad altre non del settore – avevano abbandonato gli annunci su Facebook per spingere il social media ad apportare modifiche capaci di fermare l’incitamento all’odio.
Pfizer, AbbVie e Novartis erano presenti tra gli oltre 1.000 brand che in USA hanno aderito alla campagna “Stop Hate”, interrompendo gli annunci pubblicitari a giugno e luglio 2020.
Ora molte big pharma sono tornate a farsi pubblicità su Facebook, secondo i dati raccolti dalla società di consulenza Pathmatics.
Durante il mese di luglio del 2020, ad esempio, GlaxoSmithKline ha drasticamente ridotto la spesa per Facebook a 244.000 dollari, ma ne ha investiti ben 3,7 milioni nel luglio del 2021. Anche MSD ha speso solo 177.000 di dollari nel mese di luglio 2020 e un anno dopo la cifra è salita a 2,7 milioni.
Pfizer è arrivata a investire 6,1 milioni di dollari nel luglio del 2021, mentre un anno fa aveva riservato all’adv su Facebook solo 20.000 dollari.
“Nel complesso, i marchi farmaceutici sembrano seguire uno schema simile a quello di molte altre aziende, che hanno smesso di investire su FB per un mese, due o tre e poi hanno ricominciato a fare come prima”, osserva Sarah Fleishman, direttore marketing di Pathmatics.
Per alcune pharma quest’anno la pubblicità complessiva su Facebook non solo è tornata alla normalità, ma è anche aumentata in modo significativo.
Gli investimenti di Pfizer, AbbVie ed Eli Lilly sul social media stanno raggiungendo nel 2021 un picco mensile più alto rispetto a qualsiasi mese del 2020, secondo i dati registrati da Pathmatics.
Un rapporto degli organizzatori della campagna Stop Hate ha riscontrato alcuni “miglioramenti” su Facebook un anno dopo il boicottaggio, ma ha affermato che il necessario “audace cambiamento strutturale” non è avvenuto.