Pfizer/BioNTech: efficacia vaccino nella popolazione IBD paragonabile a quella nella popolazione generale

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(Reuters) – Un team di ricercatori afferma che i dati preliminari del mondo reale, provenienti dalla campagna di vaccinazione di massa in Israele, mostrano che l’efficacia del vaccino anti COVID-19 di Pfizer/BioNTech nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale (IBD) è paragonabile a quella della popolazione generale.

“Abbiamo abbinato i pazienti (con e senza IBD) per età, sesso, mese di vaccinazione e comorbilità rilevanti, quindi abbiamo valutato il loro rischio di essere positivi ai test PCR per il coronavirus”, dice Amir Ben-Tov, del Maccabi Institute for Research and Innovation di Tel Aviv. “I casi di infezione sono stati pochi in tutti i pazienti con IBD, anche in quelli in trattamento con agenti immunomodificanti come terapie biologiche e steroidi sistemici”.

“Stiamo raccogliendo continuamente dati e aggiorneremo i nostri risultati non appena avremo nuove informazioni sull’effetto della variante delta nei pazienti con IBD”, aggiunge Ben-Tov, concludendo che quindi anche le persone con IBD sono protette nella stessa misura dei loro coetanei senza la malattia.

Come riportato in Gastroenterology, Ben-Tov e colleghi hanno confrontato i soggetti immunizzati con il vaccino BNT162b2 mRNA COVID-19 (Pfizer-BioNTech) con i pazienti di un registro vaccinati tra dicembre 2020 e marzo 2021.

Nel complesso, sono stati analizzati i dati di 12.231 pazienti con IBD e di 36.254 persone senza IBD. In entrambi i gruppi, l’età media era di 47 anni e la metà erano donne. Il follow-up mediano è stato di 71 giorni e il periodo di tempo intercorso tra le due dosi di vaccino è stato in media di 21 giorni. “Nonostante l’ampio uso di farmaci immunomodificanti, l’efficacia del vaccino nella nostra coorte di studio è stata elevata”, osservano gli autori.

I tassi di infezione dopo più di una settimana dalla seconda dose erano dello 0,19% nei malati di IBD e dello 0,15% negli altri mentre quelli dopo più di due settimane dalla seconda dose sono stati rispettivamente dello 0,14% e dello 0,10%. Il rischio relativo (RR) di infezione nei pazienti IBD è stato di 1,21 >7 giorni dopo la seconda dose e 1,26 >14 giorni dopo.

Nei 23 pazienti con IBD e PCR positiva >7 giorni dopo la seconda dose, nove erano sintomatici: due sono stati ricoverati e uno – un uomo di 88 anni con colite ulcerosa (CU) – è morto 17 giorni dopo aver ricevuto la seconda somministrazione del vaccino.

Ulteriori analisi hanno mostrato che, rispetto ai loro coetanei, i pazienti con malattia di Crohn (CD) erano a maggior rischio di infezione mentre non è stata osservata alcuna differenza significativa per la Colite Ulcerosa.

Il RR per CD e individui abbinati era 1,52 >7 giorni dopo la seconda dose e 1,82 >14 giorni dopo; per la CU, il RR era 0,53 >7 giorni dopo la seconda dose e 0,95 >14 giorni dopo.

I modelli multivariabili di rischio proporzionale di Cox hanno mostrato che i pazienti con CD avevano un rischio più elevato di infezione rispetto a quelli con CU >7 giorni e >14 giorni dopo la seconda dose, con HR rispettivamente di 3,56 e 3,38. Non è stato osservato un aumento del rischio per i pazienti trattati con terapie immunomodificanti.

Fonte: Gastroenterologia, online 2 luglio 2021

(Versione italiana Daily Health industry)

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