Pfizer starebbe cercando di vendere un portafoglio di farmaci provenienti da diverse aree e in particolare da cardiologia,urologia e primary care. L’ufficio stampa di Pfizer USA ha riferito che in questo modo la società potrebbe incassare, al netto, più di 2 miliardi di dollari. Attualmente il fatturato si attesta a oltre 700 milioni di dollari, dei quali il 40% proveniente dagli Stati Uniti e un altro 45% dall’Europa. Tutto nasce in occasione della J.P. Morgan Healthcare Conference che si è svolata a gennaio. In quell’occasione il CFO Frank D’Amelio aveva annunciato agli investitori che Pfizer si stava focalizzando sulla pipeline derivante dalle M&A di Medivation (14 miliardi di dollari) di Anacor (5 miliardi di dollari). In occasione della comunicazione dei dati del Q4,il CEO Jan Read ha detto in maniera chiara agli azionisti che la Pfizer non sarebbe rimasta seduta in attesa della riforma fiscale, ma avrebbe fatto le sue mosse. “Noi ci giochiamo le carte che abbiamo”, ha detto Read,” il cambiamento della sistema fiscale può ridurre la concorrenza che riguarda le attività di compratori esterni, e può modificare un po’ il costo complessivo di un acquisto, ma non è così drammatica da spingerci a prendere una pausa di un anno per stare a vedere ciò che accadrà con la riforma fiscale”. Qualche analista ha già idea della direzione in cui si muoverà Pfizer. Per l’anlistia di Bernstein, Tim Anderson, le indicazioni fornite porterebbero a Bristol Myers Squibb, le cui quotazioni sono fluttuanti dopo un paio di battute d’arresto del programma di sviluppo di Opdivo.
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