Un nuovo accordo di ‘tax inversion’. Sarebbe questo il piano strategico del CEO di Pfizer Ian Read. Un obiettivo raggiungibile, secondo il numero uno dell’azienda, non necessariamente attraverso una mega fusione, soprattutto dopo il mancato accordo da 160 miliardi di dollari che ha sfatto sfumare il merge con Allergan.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Read durante la Sanford Bernstein Annual Strategic Decisions Conference “Pfizer è disponibile a valutare potenziali accordi in grado di creare valore per gli azionisti”; un’apertura che secondo Bloomberg mette sul tavolo molte possibilità in termini di acquisizioni.
“Se si è convinti – ha aggiunto il CEO – di poter riorganizzare la ricerca in settori produttivi più piccoli, è logico in un’ottica di consolidamento dell’industria tagliare le spese, soprattutto se le due aziende stanno portando avanti azioni importanti in termini di saving”.
Micro-merge e Medivation in vista?
Ad oggi sono stati due i tentativi di realizzare mega-fusioni da parte di Pfizer. Nel 2014 con AstraZeneca e quest’anno con Allergan. Una strategia che non è vista bene dagli esperti del settore. “Un’azienda che ha necessità di continue operazioni di mega-fusioni per sopravvivere, significa che non è sostenibile” aveva scritto Bernard Munos, esperto internazionale di mercato farmaceutico, più di un anno fa su Forbes, commentando i mancanti ricavi di Pfizer dopo i due accordi sfumati.
Il colosso del Viagra è già alla ricerca di piccole realtà da acquisire. Il mese scorso, per 4.5 miliardi di dollari, ha comprato la Anacor Pharmaceuticals; rumors parlano oggi di un interesse verso Medivation, il laboratorio americano specializzato negli anti tumorali che da qualche mese è nelle mire anche della big pharma francese Sanofi