Grazie un tasso di emorragie gravi inferiore rispetto agli antagonisti della vitamina K e ai rivali di nuova generazione quali Xarelto, di Johnson & Johnson, e Pradaxa, di Boehringer Ingelheim, l’anticoagulante di Pfizer e Bristol-Myers Squibb Eliquis sarebbe più efficace.
L’evidenza emerge dai dati real world, raccolti su 320mila pazienti francesi con fibrillazione atriale non valvolare, presentati in occasione del congresso dell’European Society of Cardiology ,che si sta svolgendo in questi giorni a Parigi.
Sebbene abbia superato i competitor nel ridurre il tasso di emorragie gravi, però, Eliquis non sembra aver inciso su altri parametri.
Considerando ictus ed eventi tromboembolici sistemici, per esempio,il farmaco è risultato più efficace degli antagonisti della vitamina K, ma ha dato risultati simili a Xarelto e Pradaxa.
Invece, per quanto riguarda i tassi di mortalità per qualsiasi causa, Eliquis ha superato gli antagonisti della vitamina K e Xarelto, ma ha dato risultati simili a Pradaxa.
Dati alla mano, Pfizer e BMS sperano ora di estendere l’uso del loro farmaco ai pazienti in cura con warfarin.
A marzo, le due pharma statunitensi hanno pubblicato i dati della fase IV di uno studio che ha mostrato come Eliquis comporti un rischio inferiore di emorragia e ricoveri rispetto al warfarin.
Combinando Eliquis alla terapia antipiastrinica P2Y12, come Plavix di Sanofi, con o senza aspirina, inoltre, il nuovo anticoagulante orale avrebbe ridotto il numero di episodi emorragici gravi rispetto all’associazione con warfarin.