Ovid Therapeutics, che ha già offerte e sostegno da Takeda, Lundbeck e anche da Jeremy Levin, ex capo di Teva, sta ora guardando alla prossima tappa del suo viaggio biotecnologico: un’OPA da 86 milioni di dollari. La società, che ha tre anni di vita, ha nel proprio portfolio candidati per la cura di rari disturbi neurologici. Il farmaco di punta, OV101, è in fase di sviluppo per il trattamento dei sintomi della sindrome di Angelman (un disturbo genetico che può causare sviluppo ritardato, convulsioni e disturbi del sonno) e per la sindrome di X fragile. Conosciuto anche come gaboxadolo, il farmaco, secondo Ovid, è l’unica piccola molecola estremamente selettiva agonista recettoriale GABA (A) extrasinaptico testata negli studi clinici. Il farmaco è stato concesso in licenza da Lundbeck nel 2015. Ovid, pochi mesi fa, ha anche stretto un accordo con Takeda, che la vedrà collaborare con l’azienda di Osaka su un inibitore selettivo CH24H impiegato in rare forme di epilessie pediatriche. Takeda ha già eseguito un test di fase 1 e ora passerà alle prove di fase 1b / 2a per quanto riguarda alcune rare encefalopatie epilettiche, tra cui la sindrome di Dravet, la sindrome di Lennox-Gastaut e il complesso della sclerosi tuberosa. All’inizio di febbraio di quest’anno, Ovid ha anche sottoscritto una collaborazione con NeuroPointDX alla ricerca di nuovi biomarcatori della sindrome di Angelman.