Tutto sul farmaco oncologico Lenvima. La giapponese Eisai sta infatti puntando l’intera posta sull’inibitore tirosin chinasico per risollevarsi dai problemi finanziari che l’hanno colpita negli ultimi anni, dovuti in parte alla perdita della copertura brevettuale di Aricept, farmaco contro l’Alzheimer.
La risalita potrebbe essere guidata dalla svizzera Novartis, che promuoverà Lenvima in combinazione con il proprio Afinitor (everolimus). La partnership arriva dopo che l’FDA ha designato questa combinazione come breakthrough il mese scorso per il trattamento di alcuni pazienti con carcinoma renale avanzato.
Le due aziende non condivideranno le vendite ma si troveranno insieme ad alcuni eventi per dialogare con gli operatori sanitari di questa nuova combinazione che è la prima approvata a bloccare due percorsi principali nel carcinoma renale avanzato.
“Crediamo che con Lenvima e Afinitor riusciremo a raggiungere più pazienti in stato di bisogno, e questo è un chiaro vantaggio per chi è in attesa di ulteriori opzioni di trattamento”, ha detto Ivan Cheung, CEO di Eisai.
Per Lenvima obiettivo un mld di vendite entro il 2020
Lenvima, definito farmaco orfano, è stato approvato lo scorso anno dall’FDA per il trattamento del trattamento del tumore differenziato della tiroide, la forma più diffusa di cancro alla tiroide. La casa farmaceutica ha in mente una crescita per questo farmaco: sono infatti in corso altri studi su diversi tipi tumorali che, secondo le stime della Eisai, porteranno a un miliardo le vendite annuali entro il 2020, ovvero più del doppio rispetto alle previsioni di Evaluate Pharma che si attestano a 424 milioni di dollari entro il 2019.
Questa approvazione dell’FDA potrebbe risultare vantaggiosa anche per la Novartis, proprio in un momento in cui sta rivedendo i propri piani nel campo dell’oncologia. Dopo le dimissioni di David Epstein lo scorso mese, ora la Novartis ha chiamato Bruno Strigini a capo della divisione Novartis Oncology e Paul Hudson a capo dell’unità Novartis Pharmaceuticals.