Arresti e perquisizioni da parte di 200 carabinieri del Comando per la Tutela della Salute e dei Comandi Provinciali di 7 Regioni (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lazio) per fare chiarezza su un “articolato sistema delinquenziale” che il direttore della struttura complessa di Ematologia e del Centro trapianti midollo osseo dell’Azienda ospedaliera universitaria di Parma, Franco Aversa, avrebbe messo in piedi sfruttando la posizione.
Gli indagati sono 36. In manette, oltre ad Aversa, un imprenditore. Misure cautelari interdittive per altre 9 persone operanti in ambito universitario e nel settore della commercializzazione e della promozione di farmaci.
Contestualmente è stato disposto ed eseguito il sequestro preventivo, ai fini della confisca, di 335.000 euro quale provento delle condotte corruttive e del reato di truffa. Eseguite oltre 40 perquisizioni presso le abitazioni dei citati professionisti e presso le sedi di importanti società e note aziende farmaceutiche, ed avviate le procedure previste dalla legge per accertare la responsabilità delle case farmaceutiche coinvolte nelle attività illecite.
Secondo quanto emerso finora dalla complessa indagine, denominata “CONQUIBUS”, coordinata dalla citata Procura della Repubblica e condotta dal N.A.S. Carabinieri di Parma, Aversa avrebbe messo in piedi il sistema insieme alla referente di un provider per eventi scientifici/formativi Ecm.
“L’attività criminosa – spiegano i NAS in una nota -con diramazioni in altre province del territorio nazionale, veniva svolta con la complicità di altri professori ed amministrativi universitari, medici, rappresentanti di aziende farmaceutiche”.
Le finalità dell’organizzazione erano:
– “condizionare gli eventi E.C.M. (Educazione Continua in Medicina) per favorire i piani di marketing di aziende private impegnate direttamente ad influenzare la scelta dei contenuti e dei partecipanti”;
– “adattare le prescrizioni di costosi farmaci per terapie “salvavita” secondo le esigenze ed il profitto delle aziende farmaceutiche, promuovendone la divulgazione nei vari eventi congressuali, organizzati in violazione di norme e in contrasto con i principi di trasparenza e indipendenza scientifica”;
– “sostenere la rimborsabilità dei farmaci presso le autorità regionali, al fine di favorire le strategie economiche delle case farmaceutiche”;
– “promuovere concorsi e selezioni pubbliche pilotate al fine di appoggiare candidati preventivamente individuati;”
– “espletare attività medica libero professionale non autorizzata”.
I reati contestati agli indagati sono: corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, violazioni del Testo unico delle leggi sanitarie, abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa aggravata.