(Reuters Health) – Per rilanciare la crescita del business diabete, Novo Nordisk guarda alle terapie contro l’obesità. Secondo il nuovo CEO, Lars Fruergaard Jorgensen, che ha assunto l’incarico a gennaio, una nuova ondata di prodotti mirati sono una promessa in questo settore. E Novo Nordisk sta costruendo proprio un portfolio in questo ambito, con sette composti in sperimentazione su 17.Dal 2012 sono arrivati sul mercato tre farmaci anti-obesità, Contrave, Belviq e Qsymia, ma le vendite sono state deludenti data la modesta perdita di peso che inducono e gli ostacoli imposti dalle assicurazioni per i rimborsi. Dal canto suo, Novo Nordisk ha lanciato, nel 2015, Saxenda, un farmaco a base di GLP-1, come l’antidiabetico Victoza. Nonostante il prezzo, che negli USA è di circa mille dollari al mese, le vendite sono salite del 122 per cento, attestandosi a 79 milioni di dollari nel primo trimestre di quest’anno. Saxenda rappresenta solo il due per cento delle vendite complessive dell’azienda danese, ma Novo Nordisk punta ad arrivare a un miliardo di dollari entro il 2023. Jorgensen ha spiegato che i pazienti obesi sono facili da diagnosticare e tutti aspettano qualche farmaco che funzioni. Inoltre, i casi di obesità a livello mondiale sono triplicati dal 1980 a oggi e solo il 2 per cento dei 600 milioni di persone affette sono trattate farmacologicamente. Tra le promesse dell’azienda danese c’è semaglutide, un GLP-1 migliorato che potrebbe ridurre il peso del 5-10% in più di quanto fa Saxenda. Mentre altri progetti in fase iniziale di studio si basano sul controllo dell’appetito, come il primo farmaco a tre target che è da poco entrato in fase I di sperimentazione. La diversificazione del business, tra l’altro in un settore vicino al diabete come l’obesità, è un obiettivo fondamentale per Novo Nordisk. Dopo due decadi di crescita importante, grazie all’aumento della domanda dei suoi prodotti, le pressioni sui prezzi nel mercato statunitense hanno compromesso la sua reputazione e il nuovo CEO si aspetta un’ulteriore erosione dei costi. E la crisi riguarda anche altri settori, come l’emofilia, dove un nuovo farmaco sperimentale di Roche e le nuove terapie geniche minacciano il prodotto di punta dell’azienda danese, NovoSeven. Per questo Jorgensen non esclude la possibilità di concludere acquisizioni per ampliare la gamma di prodotti. All’inizio di quest’anno, per esempio, sembra che Novo abbia avvicinato Global Blood Therapeutics, una società biotech americana, per l’acquisizione. La settimana scorsa, comunque, la società danese ha riportato utili migliori delle previsioni, confermando le stime per l’intero anno.
Fonte: Reuters Health Nwes
(Versione italiana per Daily Health Industry)