(Reuters Health) – Canakinumab (Illaris), l’anticorpo monoclonale messo a punto da Novartis per il trattamento di diverse forme di artrite, è efficace nel ridurre “in modo sostanziale” il rischio di eventi avversi cardiovascolari importanti tra i pazienti con malattia renale cronica e diabete. È quanto ha evidenziato una nuova analisi dei dati raccolti nell’ambito dello studio Cantos, che si sarebbe focalizzata su sotto-popolazioni di pazienti a rischio. Lo studio, condotto da ricercatori del Brigham and Women’s Hospital, è stato presentato al meeting annuale dell’American College of Cardiology, che si è svolto a Orlando. Sia i diabetic, sia coloro che soffrono di malattie renali croniche sono a maggior rischio di infarto, ictus e altre complicanze cardiovascolari. Dall’analisi dei dati, tra chi soffre di una malattia renale cronica, il farmaco ha ridotto il rischio di eventi cardiovascolari del 18% rispetto al placebo; mentre nei diabetici, l’uso di canakinumab ha portato a un calo del rischio di eventi cardiovascolari del 10%. Sulle persone con pre-diabete, invece, la riduzione è stata del 14%, anche se il farmaco non ha impedito a questi pazienti di evolvere nel diabete vero e proprio, un endopoint secondario chiave dell’ampio studio Cantos, che ha coinvolto circa 10mila persone. L’anticorpo monoclonale agisce sopprimendo l’infiammazione, sempre più legata a una serie di patologie come malattia renale cronica e diabete. Per questo, Novartis, con lo studio Cantos, condotto su pazienti che avevano avuto un attacco cardiaco ed erano a rischio infiammatorio residuo, hanno voluto valutare gli effetti di canakinumab a livello cardiovascolare. I pazienti coinvolti avevano ricevuto il farmaco assieme ai medicinali ipolipidemizzanti, e tutto il gruppo ha mostrato una riduzione del 15% dei rischio di eventi cardiovascolari importanti. Alla luce dei nuovi risultati, Novartis avrebbe già presentato una richiesta alla FDA per aggiungere una nota e ha dichiarato che si impegnerà con chi rimborsa i farmaci e con le autorità regolatorie, affinché “venga ottimizzato l’accesso al farmaco”.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)
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