(Reuters Health) – Con una riduzione di circa un terzo a livello di rischio di mortalità e un prolungamento della sopravvivenza libera da progressione, il candidato di Novartis, BYL719 si è mostrato efficace nel trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi che presentano una mutazione del gene PIK3CA. A dichiararlo è stata la stessa azienda svizzera in occasione dei lavori dell’ESMO, l’European Society of Medical Oncology, in corso a Monaco.
Il candidato, un inibitore PI3K noto anche come alpelisib, associato con la terapia fulvestrant, ha prolungato la sopravvivenza libera da malattia a 11 mesi dai 5,7 precedenti nei pazienti che ricevevano la sola terapia ormonale. Inoltre, ha ridotto di circa il 35% il rischio di mortalità. Lo studio presentato, SOLAR-1, dimostra dunque che BYL719 può aiutare le pazienti con tumore del seno positive al recettore ormonale, HER2 negative e con una mutazione a livello del gene PIK3CA.
Per quel che riguarda gli effetti collaterali, invece, Samit Hirawat, responsabile dello sviluppo dei farmaci antitumorali di Novartis, ha dichiarato di non aver evidenziato troppi casi di diarrea, di non aver registrato effetti collaterali sul sistema nervoso centrale, né effetti negativi sul fegato.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health Industry)