Il Nobel per la Medicina 2022 è stato assegnato a Svante Pääbo, 67 anni, per le sue scoperte sul genoma degli ominidi.
Nato il 20 aprile 1955 a Stoccolma, Pääbo può essere considerato una sorta di archeologo del Dna. Ha, infatti, aperto un nuovo campo di ricerca, la paleogenomica.
E’ stato il primo a portare la genetica in un campo come la paleontologia, che fino ad allora si era basata sullo studio di fossili o antichissimi manufatti.
Grazie alle nuove tecnologie genetiche, Pääbo è stato fra i pionieri dell’estrazione del Dna dai fossili e della sua analisi. Le ricerche che ha coordinato hanno gettato una nuova luce sull’evoluzione umana, fino a rivoluzionarne completamente lo studio.
A lui si deve per esempio l’analisi del Dna dei Neanderthal, che ha rivelato che l’Homo sapiens si è incrociato con i Neanderthal e che alcuni geni di quei cugini dell’uomo sono ancora presenti nel genoma di quasi tutte le popolazioni contemporanee.
Sempre a sue ricerche si deve la scoperta di un’antica popolazione umana, i Denisovani, anch’essi incrociati con l’Homo sapiens circa 70.000 anni fa: il punto di partenza per ricostruirne la storia è stato un frammento di un osso trovato in una grotta dei Monti Altai.