Il farmaco me-too può essere riabilitato. Dopo anni in cui farmaci con simile meccanismo d’azione non sono stati visti troppo di buon occhio, oggi stanno nuovamente ottenendo l’attenzione degli enti regolatori come strumento per abbassare i costi.
I vertici dell’EMA hanno spiegato l’idea in un recente articolo pubblicato sul New England Journal of Medicine.
“Proprio come la concorrenza dei generici e dei biosimilari, così anche i farmaci me-too potrebbero abbassare i prezzi – hanno spiegato Hans-Georg Richler e Guido Rasi dell’EMA – Si pensi a cosa è accaduto con gli sconti per i farmaci per l’epatite C dopo che è arrivato sul mercato il cocktail della Abbvie a sfidare la Gilead Sciences. La disponibilità di questi prodotti può contenere i prezzi quasi quanto la disponibilità di farmaci generici”.
Mercato destinato ad allargarsi
E nel caso dell’epatite, ora che anche Merck è entrata nel mercato con il proprio Zepatier – proposto ad un prezzo di listino di 54.000 dollari, ovvero poco più della metà di Harvoni della Gilead – la competizione sugli sconti tra le aziende è destinata a crescere ancora di più.
Ma l’epatite C non è l’unico esempio. Anche per il diabete, nel mercato ad esempio dell’insulina, Sanofi e Novo Nordisk hanno lottato molto per il posizionamento nel formulario, e queste negoziazioni hanno messo un freno alla crescita delle vendite.
Così, suggerisce l’articolo, oltre ad accelerare l’approvazione dei farmaci generici, i regolatori dovrebbero concentrarsi anche affinché i medicinali me-too continuino ad arrivare sul mercato con velocità ragionevoli.