Nell’arena della ricerca sul cancro entra Celularity, una spinout di Celgene, con una dote di 250 milioni di dollari raccolti principalmente da Celgene, United Therapeutics, Sorrento Therapeutics, Human Longevity. La nuova biotech può contare su alcuni dei più grandi nomi della biotecnologia e di Silicon Valley. Il Ceo e presidente, nonché fondatore, è Bob Hariri. È stato presidente e responsabile della Business Unit Cellular Therapeutics di Celgene nonchè co-fondatore e vicepresidente di Human Longevity. Il consiglio di amministrazione dell’azienda comprende anche l’ex CEO di Apple, John Sculley, il primo CEO di Google Ventures (ora GV) e l’ex commissario della FDA Andrew Von Eschenbach. Celularity può contare già su 200 dipendenti e, secondo le proiezioni aziendali, nei prossimi 18 mesi l’organico potrà aumentare del 25%. L’obiettivo della ricerca biotecnologica di Celularity è di sviluppare cellule placentari contro i tumori del sangue. Si basa sull’uso del sangue del cordone ombelicale prelevato dalla placenta dopo il parto. Il suo piano aziendale è costituito da diverse parti. Celularity possiede e gestisce già LifeBankUSA, bio-banca nella quale i genitori possono depositare le cellule staminali della placenta e il sangue del cordone dei loro figli, che mette a punto anche prodotti a base di placenta per il trattamento di gravi ustioni e ferite. Questi settori del business sono già destinati a fruttare circa 40 milioni di dollari per la società, un bonus inusuale per una biotech così giovane che di solito deve aspettare anni per cominciare a rendere.