Morgan Stanley: brevetti in scadenza, è tempo di M&A

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Morgan Stanley è ottimista. Per molti dei farmaci più venduti del settore biofarmaceutico si profila le fine dei brevetti, ma l’industria sta dimostrando una grande capacità di reazione e “le condizioni per fusioni e acquisizioni sono favorevoli”.

Nel rapporto reso pubblico l’11 luglio, gli analisti della banca d’affari USA hanno calcolato che i prodotti che perderanno l’esclusività di mercato entro il 2030 incassano complessivamente 183,5 miliardi di dollari dalle vendite annuali. Amgen, Bristol Myers Squibb e MSD sono le aziende più interessate da questo fenomeno.

Sulla base dei rapporti finanziari delle aziende e dei dati forniti da Visible Alpha e FactSet, Morgan Stanley stima che Big Pharma abbia una potenza di fuoco da 383,1 miliardi di dollari per le transazioni M&A. Le società con maggiore liquidità per queste operazioni sono Johnson & Johnson, MSD e Novo Nordisk.

“Riteniamo che le condizioni siano generalmente favorevoli per le fusioni e acquisizioni, in quanto le aziende farmaceutiche a grande capitalizzazione hanno capacità di bilancio per acquisire realtà esterne”, si legge nel rapporto redatto dal team di Morgan Stanley, guidato da Terence Flyn.

J&J è pole position poiché, rispetto a una media del settore del 38%, solo il 33% dei suoi ricavi è esposto a scadenze di brevetti fino al 2030. Altre pharma in buona posizione per quanto riguarda le scadenze brevettuali sono Vertex (6%), Gilead (24%), AbbVie (29%), Eli Lilly (31%) e Pfizer (33%).

Amgen, invece, è la pharma che corre i maggiori rischi perché i suoi quattro prodotti principali sono in scadenza brevettuale e rappresentano il 67% dei ricavi. In particolare, i farmaci contro il cancro alle ossa Prolia e Xgeva, che lo scorso anno hanno totalizzato vendite per 6,1 miliardi di dollari, sono in scadenza di brevetto nei prossimi due anni. Anche Enbrel (3,7 miliardi di dollari di incassi) e Otezla (2,2 miliardi di dollari) sono destinati a perdere l’esclusività entro la fine del decennio.

Amgen ha già compiuto un passo importante nell’affrontare il problema dei brevetti acquisendo Horizon per 27,8 miliardi di dollari; l’operazione, completata a ottobre 2023,  ha portato nel portfolio aziendale potenziali blockbuster come Tepezza per le malattie oculari legate alla tiroide, Krystexxa per la gotta e Uplizna per il disturbo dello spettro della neuromielite ottica.

Anche BMS, con il 63% dei suoi ricavi a rischio, deve affrontare la battaglia dei brevetti in scadenza. L’anticoagulante Eliquis, che ha incassato 12,2 miliardi di dollari lo scorso anno, e il farmaco antitumorale Opdivo (9 miliardi di dollari), vanno in scadenza nei prossimi anni, mentre un altro trattamento antitumorale, Revlimid (6,1 miliardi di dollari), ha già perso l’esclusività negli Stati Uniti.

BMS ha già mosso passi significativi con un crescendo di acquisizioni: Karuna, Mirati e RayzeBio. E, secondo quanto ha dichiarato il CEO Chris Boerner, la “campagna acquisti” non termina qui.

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