Il Multiple Sclerosis Journal ha pubblicato i dati di un’analisi post hoc che evidenziano gli effetti del trattamento con Mavenclad (Cladribina Compresse) su due sottogruppi di pazienti con sclerosi multipla recidivante ad elevata attività di malattia. I risultati confermano l’efficacia clinica e radiologica del farmaco, già dimostrata nel trattamento della SM recidivante. “Merck è impegnata ad approfondire la conoscenza del profilo rischio/beneficio di questo trattamento per la Sclerosi Multipla nei pazienti con un elevato bisogno di una efficace terapia modificante la malattia”, ha affermato Luciano Rossetti, Head of Global R&D per il business biofarmaceutico di Merck. I pazienti con elevata attività di malattia e con elevata attività di malattia durante il trattamento hanno mostrato risposte valutate clinicamente e mediante Risonanza Magnetica a Mavenclad generalmente migliori, o almeno comparabili, con i risultati precedentemente osservati nella più ampia popolazione dello studio CLARITY. In entrambi i sottogruppi è stato dimostrato che, rispetto al placebo, Mavenclad riduce dell’82% il rischio di progressione di disabilità a 6 mesi – come indicato dall’EDSS – rispetto ad una riduzione del 47% osservata nella popolazione complessiva dello studio CLARITY.