(Reuters) – È incentrato sulla ricerca sugli inibitori della risposta al danno al DNA (DDR) l’accordo siglato ieri da Merck KGaA e Artios Pharma. La partnership triennale ha un valore potenziale di 6,8 miliardi di dollari e prevede di arrivare a sviluppare fino a otto possibili farmaci contro il cancro, mirando proprio ai meccanismi di riparazione del DNA interni alle cellule.
Questi meccanismi sono progettati per bloccare la capacità di una cellula tumorale di riparare il proprio codice genetico e i suoi inibitori sono considerati una nuova promettente classe di terapie oncologiche.
Sulla base dell’accordo Artios riceverà 30 milioni di dollari subito e fino a 860 milioni di dollari al raggiungimento di obiettivi chiave di sviluppo. L’azienda tedesca potrà optare per lo sviluppo esclusivo e la commercializzazione di farmaci, per un massimo di otto obiettivi.
“Il target sulla risposta al danno al DNA può essere un’importante opzione terapeutica per molti pazienti che necessitano di nuovi trattamenti”, ha affermato Andree Blaukat, responsabile di Translational Innovation Platform Oncology & Immuno-Oncology di Merck KGaA. Molte cellule tumorali hanno una ridotta capacità di ripristinare il proprio DNA quando viene danneggiato durante la divisione cellulare, un fattore determinante per le mutazioni cancerose.
Gli inibitori della risposta al danno del DNA sono progettati per bloccare ciò che rimane di quel meccanismo di riparazione del DNA in modo che le cellule tumorali non riescano a replicarsi e il tumore non possa più progredire.
Farmaci approvati in questa classe sono Lynparza, di AstraZeneca e MSD, e Zejula, di GlaxoSmithKline. Merck KGgA ha già una serie di candidati per la risposta al danno nelle prime fasi di test clinici.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana Daily Health Industry)